venerdì, 26 Aprile 2024
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Un Ponte… sospeso

1971. Parte da qui la storia del Ponte sullo Stretto. Un’opera che vuole la politica, forse la Nazione ma, in gran parte, non i siciliani.

Le ragioni di questa sorta di opposizione sono tante: una situazione infrastrutturale dell’Isola che renderebbe necessari tanti altri interventi più prioritari, la lobby dei traghettatori che senza dubbio esercitano una notevole influenza sul territorio e, non da ultimo, quel senso di voler starsene un po’ per i cavoli loro da parte dei siciliani. E vista la situazione generale è un sentimento neanche tanto da biasimare…

Ora il Governo ha messo la “quarta” e deliberato l’avvio del processo che dovrebbe portare all’inizio dei lavori, dopo che nel 2012 erano state ottenute le autorizzazioni a procedere, approvato un progetto di massima e annunciato, anche allora, l’inizio della grande avventura. Il governo di Berlusconi cadde e, come sempre accade in Italia, cambiata bandiera, si azzera tutto ciò che è stato fatto precedentemente.

Oggi la maggioranza di centro-destra sembra più solida e destinata a durare per tutta la legislatura, tempo sufficiente a far partire (e anche finire?) realmente i lavori. Ovviamente certezze nel nostro Paese è difficile averne, per cui stiamo a vedere.

 

Il Ponte di Messina resta comunque un’opera per così dire “sospesa”, non solo dal punto di vista architettonico. Da un lato permetterà (o è meglio dire permetterebbe?) il completamento del Corridoio 1 collegando il Nord Europa con la Sicilia e quindi gli sbocchi sul Mediterraneo meridionale, poi darà lavoro per molti anni a migliaia di persone, in diversi settori, non solo quello dell’edilizia. Porterà con sé anche numerose opere collaterali utili alla viabilità delle due Regioni coinvolte (Calabria e Sicilia) e, non da ultimo, darà grande lustro all’ingegneria italiana.

D’altro canto, però, comporta ingenti investimenti che qualcuno dice potevano essere destinati ad altre opere più necessarie, un impegno burocratico e legislativo non indifferente e, come si diceva poc’anzi, il dover affrontare un sentimento popolare non del tutto favorevole.

Resteremo sempre dunque sospesi tra queste due fazioni, tra chi non vede l’ora di attraversare lo Stretto guidando la propria auto o a bordo di un treno e chi continua a ritenere uno sforzo ed un esercizio inutile, anzi utile solo all’orgoglio di chi taglierà il nastro. #StayTuned

Luca Barassi
Luca Barassi
Direttore editoriale e responsabile.
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