venerdì, 19 Aprile 2024
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Brividi lungo la schiena

Provare a scrivere un pezzo dedicato alla terribile situazione di guerra che stiamo vivendo, anche se indirettamente, è un’impresa molto complicata. Il titolo credo rappresenti le sensazioni che quotidianamente proviamo, nel vedere agghiaccianti immagini trasmesse dalle reti televisive. Per quanto il mio approccio sia umile, non è possibile rinunciare ad un tentativo di analisi.

 

Ho letto gli ultimi lanci Ansa, prima di iniziare a scrivere, e non mi sembra ci siano notizie che possano alimentare la speranza di una tregua imminente. Anzi. Putin sembra esser portatore di una lucida follia, così come il suo plenipotenziario Lavrov. Riportando l’opinione di alcuni autorevoli commentatori di geopolitica, ho l’impressione che l’UE e gli USA siano stati presi in contropiede dalle mosse repentine e per taluni versi troppo veloci di Putin. Sono anni che la Russia ha scelto di tenere allenati i muscoli, con interventi militari in Libia, in Etiopia e in Siria.  Nessuno degli statisti americani ed europei aveva subodorato i veri obiettivi della politica estera imperialista, dello Zar Putin?

Con l’invasione dell’Ucraina si è evidenziato il disegno di ricostituzione della vecchia Federazione sovietica.
Ovvio pensare, che un Paese come l’Italia, del tutto irrilevante in politica estera, anche se appartenente alla NATO e alla UE, debba essere più preoccupata di altri, anche perché i nostri apparati militari sono di livello assai modesto, seppur i nostri alti ufficiali siano molto stimati in Europa e alla NATO. Credo sia una fortuna avere, anche per questa situazione, il presidente Draghi a capo del governo.

 

Le sanzioni – ha detto Putin – sono una dichiarazione di guerra”. Sembra voler provocare la NATO e gli Usa in ogni maniera. NATO e Usa sanno che Putin è talmente fuori di testa che premerebbe, senza esitazioni, i pulsanti delle bombe nucleari. Putin sa perfettamente che in caso di guerra nucleare, la Russia oltre ad essere paese distruttore sarebbe anche paese distrutto. Ma non è sufficiente per farlo riflettere e negoziare seriamente.  La minaccia di un allargamento dell’invasione russa ai Paesi Baltici significherebbe appunto guerra nucleare e in questa drammatica ipotesi, questo articolo potrebbe essere uno degli ultimi che scriviamo.

 

Se riescono a farlo ragionare sul nucleare, va detto che noi europei stiamo vivendo un altro tipo di guerra: quella dei prezzi del gas e delle materie prime. E non solo. È scoppiata la crisi delle borse… i risparmi della gente stanno andando a picco mentre il debito pubblico italiano rischia il default; anche la timida ripresa economica, dopo covid, è stata arrestata. Ci sono miliardi di perdite delle aziende italiane impegnate in Russia; ammontano a 25 miliardi di euro i crediti sospesi a carico delle due banche italiane più importanti: Intesa e Unicredit.

 

Questa guerra ha evidenziato un altro buco nero del nostro Paese: la mancanza di un piano energetico alternativo per ridurre la dipendenza dalla Russia, oltre che ad un piano industriale. Dopo due anni di covid, c’è il rischio che gli aumenti innescati dalla speculazione dei mercati e dal razionamento delle materie prime, possano portarci verso una situazione sociale complicata coinvolgendo i vari segmenti sociali della nostra Italia. Per non parlare degli sfollati ucraini. Dramma nel dramma di guerra.

 

 

Un libro datato da leggere: “Vittime” di Benny Morris. In internet (intorno ai 10 euro)

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