Il tema delle “competenze” nel settore del trasporto e della logistica è parte del dibattito quotidiano del settore oramai da diversi anni. Al centro di questo dibattito troviamo la necessaria ricerca di soluzioni che mitighino innanzitutto la cronica carenza di autisti, i cui numeri, allarmanti, sono noti a tutti.
Le misure che vengono messe in campo, tra le quali spicca il tema della riduzione dell’età per il conseguimento della patente professionale, sono sicuramente funzionali allo scopo, ma rischiano, a mio avviso, di rimanere armi spuntate se, oltre a migliorare l’accessibilità alla professione, non operano sulla capacità di tenuta di lungo periodo all’interno delle aziende.
E qui il tema credo vada oltre il mero aspetto economico, essendo incentrato, piuttosto, sulla necessaria consapevolezza che anche quella del conducente o dell’operatore di logistica nel senso più ampio del termine, come tutte le competenze, rappresenta un “capitale umano dinamico”, che muta nel tempo e che deve poter intercettare un percorso in grado di soddisfare, in itinere, esigenze anch’esse mutevoli nel tempo.
Di conseguenza, questo richiede anche un cambio di mentalità per le aziende. Aspetti quali formazione e retribuzione, infatti, non sono più sufficientemente di appeal e devono essere accompagnati, ad esempio, da un’organizzazione dell’attività di trasporto e di logistica che garantisca un più attento bilanciamento tra vita professionale e personale o, ancora, che crei le condizioni di contesto per la promozione della figura femminile all’interno di questo settore, cosa a mio avviso fattibile perché l’evoluzione tecnologica è un enabler di questa opportunità.
Da ultimo, c’è la necessità di una visione di sviluppo d’insieme del comparto che chiama in causa la “sovrastruttura” del sistema paese. A poco servono gli sforzi delle imprese se poi le condizioni operative di contesto – stress nei luoghi di carico/scarico, intermodalità non efficiente, luoghi di sosta inadeguati, percezione generale negativa della professione, consapevolezza dei consumatori – non sono oggetto di misure integrate di miglioramento e di efficientamento. Del resto, credo che a nessuno di noi piaccia rimanere in coda decine di chilometri. Ogni tanto mettiamoci nei panni di chi ogni giorno, con grande professionalità, svolge un servizio che permette di soddisfare i nostri fabbisogni quotidiani. Qualche anno fa li chiamavamo eroi…