giovedì, 28 Marzo 2024
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Un pieno di legalità: la storia del distributore La Ghisi di Finale Emilia

Dimostrare che si può fare impresa nella legalità restando competitivi, a difesa dell’economia legale e del mercato. La sfida che lo Stato deve vincere ad ogni costo passa anche da Finale Emilia e ha come centro il distributore La Ghisi Carburanti, oggi in amministrazione giudiziaria dopo essere stato sequestrato, insieme ad altri beni, ad alcuni soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, ora in carcere in attesa di giudizio definitivo. Si tratta di imprenditori, secondo l’accusa, legati al noto clan catanese Scalisi-Laudani, arrestati a febbraio 2021 nell’ambito della operazione “Follow the Money”, imprenditori ora accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, inizialmente operanti proprio nel settore della logistica e dei trasporti.

Questi soggetti avrebbero potuto contare sulla copertura anche finanziaria fornita dall’associazione mafiosa e avrebbero progressivamente esteso sull’intero territorio nazionale le loro attività imprenditoriali rilevando società operanti nel settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi in Veneto, Lombardia, Lazio e, appunto, a Finale Emilia”. A raccontare la storia dell’impianto finalese di via per Ferrara 85/A è la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini.Conosco e stimo l’amministratore giudiziario Luciano Modica e la sua coadiutrice Marcella Vulcano – spiega Cinzia Franchini -. Ho collaborato con Modica al salvataggio dell’azienda di trasporto catanese Geotrans, strappata al clan Ercolano-Santapaola grazie soprattutto alla lungimiranza di Coop Alleanza 3.0 che affidò a questa azienda, abbandonata dai clienti locali dopo il sequestro, importanti commesse. E’ raro che una azienda confiscata riesca a sopravvivere e quando accade è una vittoria importante per l’economia legale, per lo Stato e una sconfitta per le mafie.

Ruote Libere nasce proprio da questo impegno di libertà dai condizionamenti mafiosi e quindi oggi contribuire al salvataggio del distributore finalese, considerata anche la storia legata all’autotrasporto dei suoi ex proprietari, ha un significato profondo sia pratico, in primis in termini di difesa dei posti di lavoro, sia simbolico. Significa, come è avvenuto per Geotrans, dimostrare che è possibile contrastare le infiltrazioni criminali nell’economia sana del Paese e realizzare una “legalità organizzata” che faccia da protezione del territorio e dell’economia legale. Nel settore dell’autotrasporto ma non solo. La collaborazione virtuosa tra un’azienda sottratta alla criminalità organizzata ed amministrata dallo Stato e il territorio rappresenta infatti un segnale forte anche nella prevenzione di infiltrazioni criminali in realtà economiche sane, ma in difficoltà e che spesso rappresentano terreno fertile per le mafie”.

“Il prezzo più basso al momento del rifornimento è importante, soprattutto in un momento di crisi come questo, ma non è tutto. L’illegalità è il primo fattore che rende insostenibile qualsiasi comparto economico. Nel settore dei carburanti, che ha visto crescere il contrabbando e l’illegalità fiscale, si tratta di una patologia che danneggia gli operatori onesti, che sono emarginati dal mercato a causa della concorrenza sleale di coloro che applicano prezzi sottocosto, inquinando il mercato. Non solo: l’illegalità porta anche alla commercializzazione di prodotti di qualità non certificata, che non rispettano le specifiche dei motori e tantomeno l’ambiente. Integrità e sostenibilità non possano essere mai disgiunte, per questo invitiamo gli autotrasportatori, così come gli automobilisti e tutti i cittadini, a rifornirsi all’impianto La Ghisi – chiude Cinzia Franchini -. Ruote Libere promuoverà anche tessere con sconti per gli associati. Questa realtà non va lasciata sola perché il successo di questa impresa oggi è il successo di un intero territorio. Un modo per fare il proprio pezzo di strada responsabilmente, aiutando a costruire quell’argine che occorre scavare per isolare criminalità organizzata e comportanti illegali purtroppo sempre più presenti nel nostro settore”.

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