Ad aggravare la situazione già difficoltosa del mercato dell'auto è il fermo di bisarche italiane che perdura da ormai quattro settimane.
Quattro settimane per il mercato dell’auto equivalgono ad un’eternità, se più aggiungiamo una totale assenza di risposte da parte del governo e della committenza, il quadro si fa ancora più grave.
“Entro aprile tutte le aziende potrebbero assumere decisioni ultimative, sospendendo o trasferendo l'attività con conseguente perdita di 1200 posti di lavoro”: in questi termini parla l’Associazione Bisarche italiane per dar voce alla grave situazione.
L’Associazione ha inviato, inoltre, una diffida ai componenti dell'Osservatorio della Consulta per aver causato un danno che in numeri si valuterebbe intorno ai 3 milioni di euro.
All’Osservatorio si è chiesta una rielaborazione dei costi minimi di sicurezza per il settore in questione che parte da una contestazione di base dell’incongruenza di costi minimi definiti per alcuni settori e negati ad altri.
Anche Unrae, l’Associazione dei Costruttori Esteri, interviene, chiedendo al Ministero dei Trasporti e al Ministero dell’Interno la sospensione immediata del fermo.
Il loro intervento forse diverrà indispensabile, poiché, hanno fatto sapere, “il Gabinetto del Ministero dei Trasporti ha dato risposta pressoché immediata, sollecitando il Ministro dell'Interno ad intervenire”.