La guerra è cominciata. L’ha voluta Trump? Beh, diciamo che l’ha innescata l’atteggiamento qualunquista, superficiale e anche un po’ presuntuoso dell’Europa, e poi il tycoon l’ha fatta esplodere. Tutto, tra l’altro, annunciato e prevedibile.
Dazi sulle auto europee al 25% e risposta della UE con la gabella sul bourbon e nuova controffensiva da Mr President con il 200% su Champagne e vini continentali.
Ora partono le nuove tasse americane e di conseguenza la “vendetta” – parola di Von Der Leyen – europea.
Dove vogliamo arrivare? A botte di tasse non se ne esce a mio avviso. Bisogna avere i CONTRODAZI e agire diversamente. Come? Abbandonare il mercato americano.
Può sembrare un’assurdità, soprattutto per certe aziende per le quali gli USA sono la piazza principale, ma isolare una Governo (e una nazione) che non ragiona e non ha nessuna intenzione di negoziare, penso sia l’unica strada per fermare la deriva trumpiana.
Ma come salvare i bilanci delle multinazionali (per non parlare dei piccoli produttori) che fino a ieri marginavano grazie al consumatore americano?
Trovano nuovi mercati di sbocco. Facile a dirsi, penserete. Certo facile a dirsi, molto più difficile (e lungo e oneroso) metterlo in pratica, ma la Cina ci sta già lavorando, cercando nuovi partner nei Paesi vicini (Corea e Giappone) con buona pace degli ideologismi. Ma “business is business”, come diceva qualcuno.
Noi dovremmo fare altrettanto, andando a creare rapporti più forti con il mondo arabo, con il Sud America, con il Canada (che non vede l’ora di sf…. gli USA), il Pacifico e altri mondi fino ad ora magari lasciati in disparte.
Sicuramente non c’è un unico Paese che ha la massa critica degli Stati Uniti d’America, ma la somma di altri mercati potrebbero dare lo stesso risultato, o quasi.
E alla lunga, sono certo, un Paese isolato, anche se con enormi risorse proprie, dovrà per forza cedere a compromessi.
Quindi non dazi e contro dazi ma solo… AVERE I CONTRODAZI!