E’ diventata esecutiva, con la mini riforma del Codice della strada, anche l’articolo 39, e cioè la norma che prevede l’obbligo del pagamento su strada della sanzione comminata ad un veicolo industriale o autobus.
“La norma – secondo Maurizio Longo, Segretario Generale di Trasportounito – che è stata una richiesta sconclusionata da parte di alcune associazioni di rappresentanza dell’autotrasporto, si sta dimostrando, nei fatti, aberrante”.
“Infatti – secondo Longo – non essendo le pattuglie della polizia stradale dotate di “pos”, per il pagamento con carta di credito, ogni conducente è costretto, per evitare il fermo del mezzo, a viaggiare con forti somme di contanti, esponendosi ancora di più ai rischi di rapina e sequestro che sono ormai malattia cronica del sistema Italia. Creando nel contempo le premesse per le distorsioni nel rapporto fra controllore e controllato che sembravano confinate nel passato”.
Se l’autista non dispone della somma tocca all’imprenditore titolare dell’azienda rincorrere in tutta la penisola, il mezzo di sua proprietà, sempre con il portafoglio gonfio di contanti, esponendosi ai medesimi rischi del conducente.
“In caso di mancato pagamento – precisa Longo – c’è il sequestro del mezzo, o meglio un fermo amministrativo i cui oneri e costi vanno pagati dall’impresa. Il che pone problemi di legittimità tutt’altro che campati in aria, ad esempio per la difformità di trattamento da cittadino a cittadino (il rischio di sequestro incombe sul mezzo pesante e non sull’autovettura, sull’autotrasportatore e non sull’automobilista); problemi di legittimità anche connessi con un fermo amministrativo che propone una sproporzione fra il valore della sanzione e quelli relativi al mezzo posto sotto sequestro ed alle merci che si trovano a bordo”.
“Tra l’altro – prosegue Longo – il fermo amministrativo del veicolo, in attesa del pagamento della cauzione in denaro contante, espone l’impresa di autotrasporto anche al rischio di inadempimento del servizio, del ritardo nella consegna, se non addirittura delle responsabilità per avaria della merce”.
“Trasportounito pertanto – conclude Longo – ha dato mandato ai suoi legali di verificare le condizioni per azioni dirette ad evitare ulteriori aggravi nei confronti di imprese nazionali le quali, come tali, sono registrate e identificate sia dal sistema fiscale e sia dai numerosi uffici (Cciaa, Albo, enti locali) aventi competente autorizzative all’esercizio dell’impresa”.
Da Trasportounito Fiap