Dall’emergenza della crisi all’impegno per la rinascita, la strategia di Confindustria non si piega a facili ottimismi né al pessimismo. Il Presidente Emma Marcegaglia, nella convinzione che la crisi porterà alla necessità di riscrivere le regole del gioco chiede alle banche di tornare a fare il proprio mestiere e di non abbandonare le imprese in un momento difficile;……allo Stato di rimettere in carreggiata le economie lasciando però all’impresa e al mercato il compito di guidare investimenti, innovazione e creazione di ricchezza; e all’Europa di creare uno spazio economico comune, con uno sguardo attento alle economie emergenti e al sud del Mediterraneo: se si può leggere una ripresa, essa parla cinese. Al Governo la richiesta è di accelerare i cantieri per la realizzazione delle infrastrutture e riprogrammare le risorse disponibili a favore delle opere strategiche.
Da parte di Confindustria, l’impegno è focalizzato su alcune priorità, per preparare la ripresa bisogna rafforzare le aziende nel patrimonio, nella gestione e nell’innovazione. Tema centrale è superare la piccola dimensione, che pure ha fatto la fortuna del capitalismo italiano in passato. Se infatti non esiste una dimensione ottimale in assoluto, è certo che le imprese dovranno crescere poiché altrimenti saranno penalizzate nell’accesso ai mercati. Il primo passo è un salto culturale rispetto al capitalismo familiare. Le altre priorità la sicurezza sul lavoro e la legalità come fattore competitivo (per la prima volta è stata data una delega specifica). Le richieste finali della Relazione del Presidente sono per la ripresa del processo di liberalizzazione e l’accelerazione sulle riforme (perché la crisi non diventi un alibi), la semplificazione amministrativa e burocratica, la corretta applicazione del federalismo fiscale e la soluzione della questione del Mezzogiorno.
Da ANITA