venerdì, 29 Marzo 2024
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La microfinanza

Per microfinanza ci si riferisce a quei prodotti e servizi finanziari offerti da istituti bancari specializzati a clienti reputati non solvibili. Si tratta quindi di soggetti che non riescono ad ottenere credito e altri servizi finanziari dalle istituzioni finanziarie tradizionali per due ragioni: vengono reputati non solvibili (unbanked) e/o i costi legati all’offerta di questi servizi sono eccessivi e rendono l’operazione non conveniente economicamente. (fonte WIKIPEDIA. N.d.r.)

 

La microfinanza è la creazione di sistemi finanziari inclusivi per i soggetti cosiddetti “non bancabili” (cioè coloro che per la loro condizione economico sociale hanno difficoltà di accesso al settore finanziario tradizionale). E’ nata nei Paesi in via di Sviluppo, e si sta sviluppando anche nei Paesi industrializzati, come valido strumento per instaurare uno sviluppo economico sostenibile e per creare la “cultura del credito”, finanziando le idee di tutti quei soggetti che, privi dei mezzi finanziari e garanzie patrimoniali adeguati, ma consapevoli dei vantaggi derivanti dall’intermediazione finanziaria, potrebbero davvero creare attività produttive funzionali (micro-imprese), volte all’emancipazione dalla loro condizione di povertà.
Più che di “diritto al credito”, si può parlare di diritto all’iniziativa economica, la quale deve poter essere equamente accessibile a tutti e deve avvenire sulla base di impegni precisi da parte di chi accede a un credito.
In questo senso, nel parlare di microfinanza, è bene portare l’attenzione tanto sul valore dell’accesso al credito quanto sulla responsabilità che esso comporta per tutti i suoi protagonisti, beneficiari compresi: sulla necessità di investimento e sull’importanza della costruzione collettiva del capitale.
Il “piccolo prestito solidaristico” non è una novità: ma, nelle diverse epoche e aree del mondo, ha visto più modelli – anche in parallelo.
Il microcredito nell’accezione odierna è uno strumento della micro finanza: un modello di possibile sviluppo alternativo, caratterizzato dall’obiettivo etico/strategico di performance sociale nel medio/lungo termine – di cui la nuova libertà dal bisogno raggiunta dall’individuo (e dal suo contesto familiare) è obiettivo necessario in tempi brevi. Da qui il focus sulla fiducia (assenza di garanzie tradizionali “tangibili”, interessi sostenibili, incentivazione e sostegno dell’imprenditorialità, relazione umana diretta, ).

Altro tema importante di questo argomento è come calcolare l’impatto sociale della microfinanza.

Una bella domanda… E una bella sfida: con la quale si stanno misurando organizzazioni e istituzioni anche accademiche di tutto il mondo.

In questa ricerca di misurazione, il monitoraggio è costante; e vanno monitorati con cura anche i potenziali aspetti negativi di questo impatto, come ad esempio il rischio di sovraindebitamento da parte dei clienti, la possibilità di corruzione, o l’uso a fini illegali dei crediti concessi.

Premessa: la microfinanza non può da sola risolvere tutti i problemi dei Paesi in via di sviluppo. Ma può incidere a più livelli, grazie al suo focus sui poveri economicamente attivi, cioè coloro che pur vivendo in una situazione di estrema povertà possiedono capacità tecniche e attitudine all’imprenditoria che permettono loro di sviluppare una attività in proprio, o di avere fliussi di denaro costanti da ripagare debiti contratti o risparmiare.

Fornendo servizi finanziari a queste persone, la microfinanza può quindi attivare e sostenere un processo di impatto sociale sociale positivo, a tre diversi livelli: personale/familiare, di comunità e regionale.

 

Microfinanza non è fare “carità”, ma un modo coerente e solidale di fare crescere e sviluppare la consapevolezza , le capacità e le idee di ogni singola persona.

Dobbiamo cominciare a costruire, cominciando dalla base, per rendere più forte e solide la struttura!

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