“Ancora una volta, puntuale come un orologio, a inizio anno arriva l’aumento dei pedaggi autostradali. Il Governo Meloni, in piena continuità con se stesso e con i Governi precedenti conferma infatti gli incrementi ai caselli. Parallelamente il ministro dei trasporti Salvini in questi anni non ha minimamente cercato soluzioni al circolo vizioso dei rimborsi sui pedaggi penalizzando così l’intero settore dell’autotrasporto. L’obiettivo è chiaro: non infastidire quelle associazioni di categoria che, attraverso i Consorzi di servizi, basano sul meccanismo dei rimborsi buona parte della loro esistenza. Da molti anni infatti chiediamo che gli sconti sui pedaggi autostradali riservati agli autotrasportatori vengano riconosciuti direttamente al casello e non attraverso il barocco meccanismo dei consorzi di servizio, così come chiediamo che vengano pagati dai concessionari e non invece dallo Stato attraverso risorse pubbliche“. A parlare è la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini.
“In base all’ultimo emendamento alla legge di bilancio per il 2025 l’aumento delle tariffe sarebbe dell’1,8%, percentuale che si somma all’incremento del 2,3% sul 2024 – continua Cinzia Franchini -. E’ evidente come questo aumento, spacciato dal Governo come un semplice automatismo legato all’ inflazione, sia del tutto ingiustificato e giovi soltanto ai concessionari e ai Consorzi di servizi. Da un lato i concessionari continuano a offrire un servizio spesso non all’altezza di un Paese civile, né in termini di manutenzione e fruizione della rete stradale né in termini di aree attrezzate per gli autotrasportatori. Dall’altro le associazioni collegate ai Consorzi di servizi esultano e gettano fumo negli occhi agli associati dando conto dei soliti dialoghi sterili ai Tavoli ministeriali. E’ evidente infatti che se al Tavolo del Mit si siedono le associazioni da anni beneficate dal meccanismo dei rimborsi sui pedaggi, difficilmente potranno alzare la voce sui problemi che attanagliano la categoria. Gli autotrasportatori lo sanno benissimo e a questo teatrino spacciato per rappresentanza non credono più”.