Tira una brutta aria e non per effetto del caldo. Con un colpo di mano è stato cancellato dal decretone fiscale il maxi emendamento che recepiva l'accordo stilato il 17 giugno scorso tra governo e Associazioni dell'autotrasporto.
Sette mesi di lavoro azzerati. Una intera categoria presa letteralmente per i fondelli. Un capolavoro che, da un Governo che dispone di una larghissima maggioranza, non ci si immaginava potesse essere realizzato.
Cosa possono fare gli autotrasportatori? Volendo tanto, per se stessi e per il bene del Paese: dare una mano per mandare a casa una classe politica di persone che non rispettano i patti. Come? semplice, seguendo il consiglio che il premier dispensa in un noto spot: andiamo tutti in ferie a visitare il nostro bel Paese, di lavoro ne riparleremo ad ottobre.
“E’ inaccettabile che dopo l’approvazione degli emendamenti sull’autotrasporto da parte della commissione competente del Senato, l’Esecutivo non sia riuscito a sostenere quanto da esso stesso proposto”, dichiara il Presidente FIAP Massimo Bagnoli.
“Pertanto – prosegue Bagnoli riprendendo sul punto anche quanto concordato con gli altri presidenti di UNATRAS e riportato nel comunicato stampa diffuso dall’UNATRAS in data odierna – il fermo dell’autotrasporto, che a questo punto sarà effettuato per ottenere l’introduzione delle tariffe minime antidumping di cui all’accordo del 2007, è una scelta obbligata.
Nei prossimi giorni il Comitato Esecutivo di UNATRAS verrà convocato d’urgenza per definire le modalità di attuazione dell’iniziativa.
Da FIAP