sabato, 20 Aprile 2024
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Euro 6 delle mie brame…

Come tutti sanno, nel 2014 la legislazione europea renderà obbligatorio in tutti i Paesi membri l’utilizzo dei motori Euro 6 per i veicoli industriali.
Non entriamo nel merito della valenza o meno di questa normativa in termini di rapporto costi/effetti in quanto ne è stato parlato a lungo e approfonditamente nei mesi passati.
Certo è che nel corso del 2012 molte Case, chi prima e chi dopo, hanno presentato le novità non solo legate ai nuovi motori ma anche a cabine completamente riprogettate, cogliendo l’occasione per rinnovare la propria gamma.
Ingenti, quindi, gli investimenti sostenuti da parte dei costruttori anche se, in una fase di congiuntura economica come quella che si sta protraendo da oltre cinque anni, parlerei piuttosto di “sforzi” rivolti al soddisfacimento della normativa.

D’altro canto, dalla parte governativa, attualmente il nostro Paese non ha ancora ipotizzato alcun incentivo per favorire l’utilizzo di veicoli meno inquinanti, pertanto sorge naturale chiedersi in che modo il nostro mercato reagirà all’introduzione dell’euro 6 e quanto realistiche possano essere le attuali previsioni in merito alla sua ricettività.
Senza voler dare giudizi politici o entrare nel merito delle diverse proposte governative, è comunque evidente che, se già il nostro comparto, storicamente, non è mai entrato nei primi posti delle priorità delle agende dei nostri politici, con l’instabilità di questi ultimi mesi, logistica e trasporto, che restano pur sempre il motore di una economia, sono ancor più messi in disparte.

Due sono gli interrogativi che sorgono spontanei: l’esercizio 2013 sperimenterà un incremento di domanda euro 5 che potrà dare un po’ di respiro al fatturato? E ancora: nel 2014 fino a che punto le aziende di trasporto saranno disposte ad investire negli innovativi ma più costosi veicoli Euro 6?
In altri tempi probabilmente sarebbe stato più agevole fornire delle risposte; oggi in un contesto politico/economico di forte stagnazione, risulta complicato avere una visione chiara di ciò che ci aspetta.
Se si potesse sognare ad occhi aperti per qualche minuto, sarebbe bello poterci immaginare un grande villaggio in cui politici, imprenditori, case costruttrici, associazioni di categoria, autisti lavorassero insieme con passione al fine di raggiungere obiettivi comuni: una sorta di Co-Village. Forse è ciò che di cui il nostro Paese avrebbe bisogno urgentemente.

 

 

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