E’ un luogo comune che gran parte degli incidenti siano causati dai mezzi pesanti. In realtà, come ha dimostrato Piero Caramelli, Direttore della 1ª Divisione del servizio Polizia Stradale – presentando ieri in anteprima al convegno su “Autotrasporto e sicurezza stradale” i dati sull’incidentalità relativi al primo trimestre del 2009 – su 24.066 incidenti totali rilevati dal 1° gennaio al 25 marzo del 2009 solo 1.176 (in autostrada) e 480 (su strade ordinarie) hanno visto coinvolti i veicoli commerciali superiori a 3,5 tonnellate. Dunque più che killer delle strade i tir rappresentano l’utenza debole del sistema.
La sicurezza stradale non deve essere concepita come una spesa (l’incidentalità costa 130 miliardi di euro l’anno e rappresenta il 2% del Pil) ma come parametro di competitività – ha sostenuto Ilaria Guidantoni, Responsabile Rapporti Istituzionali di ANITA, auspicando per gli autisti formazione continua, maggiore responsabilizzazione e diffusione della cultura della sicurezza.
<<Il 2009 per ANITA, l’Associazione confindustriale che riunisce le imprese italiane più grandi di autotrasporto, come per Confindustria è stato il 2008, sarà l’anno dedicato alla sicurezza stradale con l’apertura di tavoli di confronto sul tema – ha dichiarato Alfonso Trapani, Segretario generale di ANITA, intervenendo al dibattito. L’autotrasporto è considerato – secondo i dati Inail – tra i 10 lavori più a rischio e ora da accusato vuol diventare promotore della sicurezza>>.
Quando si parla di sicurezza sulle strade non bisogna puntare il dito sull’autotrasporto – concorda l’On. Mauro Fabris, Presidente Comitato Scientifico per la sicurezza stradale della Fondazione Filippo Caracciolo ACI – che rappresenta una modalità di trasporto non eliminabile per la struttura frammentaria del tessuto imprenditoriale italiano: i tir sono i veri magazzini delle piccole medie imprese. Sul problema della congestione, che si verifica maggiormente nelle zone di confine per l’export, pensiamo al Brennero, il problema è legato soprattutto ai veicoli stranieri; pertanto è auspicabile un codice stradale europeo unico e la divisione dei flussi di traffico su strada>>.
Sul tema del convegno “più ambiente meno incidenti”, Alfonso Trapani ha continuato: <<Fino al 2050 l’autotrasporto continuerà ad essere la modalità più efficiente di trasporto – come emerso alla Conferenza internazionale tenutasi lo scorso marzo a Bruxelles. Pertanto la sfida è renderla compatibile con l’ambiente. Come? Il Governo – secondo Trapani – deve scoraggiare i veicoli inquinanti ad esempio senza sconti sui pedaggi autostradali ai veicoli euro 2. Sulla questione Eurovignette (la direttiva 1999/62/ CE relativa alla tassazione a carico di autoveicoli adibiti al trasporto merci per l’uso di alcune infrastrutture), ANITA è favorevole alla tassazione a patto che sia applicata anche alle vetture private e gli autobus (che rappresentano ben l’85% dei veicoli in circolazione, contro il 15% dei mezzi pesanti)>>.
Le proposte dell’Associazione sono state accolte dal Sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, che concludendo il dibattito ha rilanciato la centralità del lavoro di squadra affermando che: <<se i risultati ci saranno, sarà merito soprattutto dei contributi dei diversi protagonisti della filiera strada>>. Il Governo – ha concluso – è attento al tema della sicurezza stradale, e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in particolare, è un “cantiere aperto” per migliorare la mobilità e le infrastrutture: lo dimostra la recente ricostruzione della Consulta dei Trasporti e della Logistica.
Da ANITA