I controlli sanitari austriaci rischiano però un aumento vertiginoso della tensione tra gli autotrasportatori: secondo Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, “il rischio concreto è di avere manifestazioni spontanee incontrollabili di protesta degli autotrasportatori, cosa che in questo momento sarebbe insostenibile per tutti noi compresi” e chiede quindi un intervento nei confronti del Governo austriaco per tutelare gli interessi dell’Italia e per cercare di rasserenare il clima già estremamente teso.
“Le imprese italiane hanno già iniziato a pagare il salato conto dei controlli alle frontiere, decisi ieri dal Governo austriaco. – annuncia il Presidente di ANITA Thomas Baumgartner – Al Brennero, nella giornata di oggi, si sono registrate in uscita code di veicoli di 50 km, fino a Bressanone, con un allungamento dei tempi di attraversamento del confine per i mezzi pesanti di tre ore. Tradotto in moneta, stimiamo una lievitazione del costo per ogni passaggio di camion, che arriva a circa 450 euro. Tenuto conto dei 100.000 passaggi realizzati in uscita al mese, il costo che sopporterà l’export italiano è di oltre 50 milioni di euro al mese”.
ANITA è a favore di qualsiasi misura che impedisca la diffusione del contagio, ma ritiene che l’Austria debba organizzare i controlli dei passaggi alle frontiere nel modo più efficace possibile ossia senza provocare rallentamenti nel traffico merci che danneggiano l’economia italiana che non può permettersi di sopportare, soprattutto in un periodo di crisi come quello che sta attraversando ora.