Sono distrazione, mancato rispetto dei limiti di velocità e abuso di alcol le principali cause degli incidenti che la Fondazione Ania ha indicato alla Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato. Nel corso dell’audizione, l’Ania ha anche presentato un pacchetto di misure per contenere l’incidentalità stradale. Sulle strade, in Italia, si continua a morire. I numeri sono quelli di un bollettino di guerra: 5.131 morti in un anno, 14 al giorno. Un record negativo che fa registrare in Italia il tasso di morti più alto d’Europa dopo la Polonia, con 500 vittime più della Francia, 1.300 più della Spagna, oltre 2.000 più del Regno Unito. Con questi numeri, che indicano una riduzione dei morti del 27,3 per cento dal 2000, l’Italia non raggiungerà l’obiettivo di dimezzare le vittime entro il 2010.
Tra le cause delle morti sull’asfalto, nel nostro Paese figurano al primo posto guida distratta, velocità oltre i limiti, abuso di alcol e droghe. Fattori che causano il 70 per cento degli incidenti. Una causa molto sottovalutata è la distrazione alla guida, che nel 2007 ha determinato 44.563 incidenti, pari al 15,2 per cento dei sinistri avvenuti lo stesso anno in Italia. Proprio per questo, la Fondazione Ania mette in guardia contro l’uso scorretto di cellulari, di navigatori satellitari e di tutta la tecnologia che sta trasformando l’auto in un vero e proprio ufficio mobile: sms, telefonate, navigazione online e invio di e-mail sono tra i principali nemici della sicurezza al volante. Uno studio del Transport Research Laboratory inglese rileva, in chi guida usando il cellulare, riflessi più lenti del 30 per cento rispetto a chi è in stato di ebbrezza. La percentuale sale al 50 per cento se si fa il paragone con chi guida in condizioni normali.
“Diamo il nostro pieno appoggio al Governo per combattere la tragedia degli incidenti stradali”, ha dichiarato il presidente della Fondazione Ania, Sandro Salvati, “perché abbiamo tutti il dovere di contrastare un dramma che non si consuma solo nell’attimo dello schianto, ma che ha ricadute molto più ampie. La perdita di una vita umana è sempre un dramma per la famiglia e per il Paese, così come una grave invalidità permanente che ha sempre, come conseguenza, un’esistenza compromessa dal punto di vista della qualità della vita e delle ambizioni personali e professionali. Il diritto alla mobilità dei cittadini”, prosegue Salvati, “va fortemente tutelato contro chi mette a repentaglio le loro vite e incolumità personali, guidando in modo scorretto o addirittura criminale. Tra le altre cause, la guida distratta e quella sotto l’effetto di alcol e droghe vanno combattute ora e con la massima decisione, perché siamo, purtroppo, a rischio di un continuo aggravamento dei fenomeni. Servono poche norme chiare, severe e fatte applicare aumentando decisamente i controlli sulle strade. I cittadini, ognuno di noi, deve capire che è necessario un cambio radicale dei comportamenti a fronte dell’eccidio di giovani e famiglie che avviene sulle nostre strade”.
Nel pacchetto sicurezza ci sono misure come la richiesta di un coordinamento tra le istituzioni nelle azioni di prevenzione e sicurezza stradale, con poteri speciali, simili a quelli riconosciuti alla Protezione Civile; la richiesta di semplificazione del Codice della strada e la riduzione della velocità, da ottenere grazie alla diffusione di maggiori sistemi di controllo, come i Tutor, che scoraggiano gli automobilisti che amano premere sul pedale dell’acceleratore.
La Fondazione Ania chiede anche misure particolari per i giovani guidatori: per contrastare la piaga degli incidenti mortali tra i giovani (prima causa di morte), la Fondazione pensa che sia necessario educare i neo-guidatori con una riforma della patente di guida a livello europeo (migliore preparazione teorica e pratica, ‘patente di guida in prova’ per i primi tre anni, educazione stradale obbligatoria). Per l’alcol, causa del 30 per cento degli incidenti, l’Ania condivide il principio tolleranza zero e tasso alcolemico zero nei primi tre anni di patente.
Nel mirino c’è anche la guida distratta e la Fondazione per la sicurezza stradale chiede di raddoppiare le sanzioni per coloro che usano il cellulare alla guida senza auricolare e di introdurre, anche per coloro che inviano sms o mms alla guida, le stesse sanzioni.
Inoltre, si pensa a norme particolari riservate ai “cattivi guidatori”: secondo l’Ania, coloro che hanno commesso gravi infrazioni, come la guida in stato di ebbrezza, hanno necessità di misure terapeutico-riabilitative per modificare in modo adeguato e stabile il loro comportamento alla guida. Per questo, vanno creati e resi obbligatori corsi di “driver improvement”, che all’estero hanno evidenziato una riduzione del rischio di recidive di circa il 50 per cento. In quest’ottica vanno previsti interventi anche sulla patente a punti, introducendo un test di verifica dell’apprendimento negli uffici della Motorizzazione per i conducenti sanzionati.
Da Stradafacendo.tgcom.it