venerdì, 16 Maggio 2025
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“L’arrivo di autisti stranieri senza CQC dequalifica l’autotrasporto”

L’ultima circolare ministeriale emessa il 24 ottobre sta facendo discutere il settore dell’autotrasporto italiano.

La presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini, ha espresso forti critiche riguardo alla scelta del Ministero di permettere l’ingresso di lavoratori extracomunitari senza il possesso della Carta di qualificazione del conducente (CQC) al momento dell’arrivo in Italia, richiedendo come unica condizione la patente CE. La CQC, necessaria per la guida professionale, potrà essere ottenuta successivamente, una volta che l’autista è già sul territorio italiano.

“La decisione segna un ulteriore abbassamento degli standard per la professione di autotrasportatore,” ha dichiarato Franchini. “Sebbene la circolare non autorizzi esplicitamente la guida senza CQC, permette alle aziende di assumere lavoratori senza qualifiche, puntando a un risparmio sui costi di formazione e retribuzione a discapito della qualità e della sicurezza.”

Formazione posticipata e costi ridotti

Secondo Franchini, la normativa apre la strada a una pratica che permette soprattutto alle grandi imprese di ridurre i costi, reclutando autisti stranieri senza una qualifica iniziale, e posticipando l’ottenimento della CQC. L’iter per ottenere questa certificazione, infatti, richiede un corso di 280 ore, inclusi 20 di pratica alla guida e il superamento di un esame finale. Di fatto, questo sistema crea una “flessibilità a due velocità”: da un lato favorisce i grandi gruppi, che possono formare il personale senza qualifiche nell’arco di mesi, dall’altro penalizza le piccole ditte artigianali, che non hanno le risorse per adottare questo modello.

Secondo Franchini, questa politica incoraggia la concorrenza al ribasso: i grandi gruppi potranno formare autisti in loco a costi ridotti e, una volta ottenuta la CQC, questi lavoratori avranno un salario inferiore rispetto ai professionisti italiani, ammortizzando rapidamente il costo della formazione.

Le preoccupazioni espresse da Ruote Libere riguardano anche la sicurezza stradale e la qualificazione professionale. “Consentire l’ingresso di autisti stranieri senza qualifiche significa abbassare gli standard della professione,” afferma Franchini, “creando un mercato del lavoro dove è sempre più difficile trovare autisti realmente qualificati, con ripercussioni sulla sicurezza delle strade.”

Ruote Libere richiama l’attenzione sulle implicazioni di questa nuova normativa per il futuro dell’autotrasporto italiano. La circolare rischia infatti di favorire un progressivo indebolimento di un settore che già oggi deve confrontarsi con una carenza di autisti qualificati e con una concorrenza sempre più agguerrita.
Conclusione

Per Franchini e Ruote Libere, la scelta del Ministero rappresenta “un ulteriore passo verso la dequalificazione del settore”, e l’associazione invita il Governo a rivedere questa impostazione, adottando politiche che favoriscano la qualità e la sicurezza, piuttosto che incentivi che, seppur riducendo i costi per le aziende, penalizzano l’intera categoria e i lavoratori italiani.

Redazione
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