Le esportazioni italiane, da sempre locomotiva dell’economia del Belpaese, sembrano pronte a ripartire. O almeno è questo che lasciano presagire i dati diffusi oggi dall’Istat: l’export a luglio ha registrato una timida inversione di tendenza su base mensile, guadagnando il 3,1% (+1,7% se si prendono in considerazione solo i mercati della zona Ue), mentre le importazioni sono calate del 2,8%. Il saldo della bilancia commerciale è stato, dunque, positivo per 4.107 milioni di euro, il risultato migliore da luglio 1998, quando era pari a 5.754 milioni. Un «rimbalzino» salutato con sollievo e ottimismo dal viceministro allo Sviluppo economico, con delega al Commercio estero, Adolfo Urso: «I dati Istat – spiega – dicono che si sta invertendo la tendenza e che il peggio è alle spalle».
I DATI . Certo è che, confrontati con lo stesso mese di un anno fa, i dati di luglio soffrono ancora l’influsso, pesante, della crisi: su base annua le esportazioni sono diminuite del 20,6% (-23,1% se si considera solo la zona Ue), mentre le importazioni sono crollate del 27,6% (-20,6% dai Paesi Ue). Ancora forte, anche se in rallentamento, il calo delle esportazioni degli autoveicoli: -35,4% su base annua, che diventa addirittura -37,9% se si considerano solo i mercati europei. A luglio le esportazioni hanno mostrato andamenti tendenziali negativi per la maggior parte dei settori di attività economica, esclusi articoli farmaceutici e medicali (+4,6%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+0,3%). Peggio di tutti è andata al comparto “coke e prodotti petroliferi raffinati”, le cui esportazioni sono crollate del 36,8% rispetto a un anno fa. Nei primi sette mesi dell’anno, spiega inoltre l’Istat, le esportazioni complessive hanno segnato una flessione del 23,6% rispetto allo stesso periodo del 2008, registrando un saldo negativo per 57 milioni, comunque in miglioramento rispetto al passivo di 5.152 milioni del periodo gennaio-luglio 2008.
BENE I MERCATI EMERGENTI. «Il peggio è alle spalle ma dobbiamo incardinare la ripresa, accompagnare le imprese sulla strada dell’internazionalizzazione – ha spiegato Urso – è evidente che l’Europa purtroppo resta indietro, quindi fanno bene le nostre aziende a cercare nuovi mercati integrativi che crescono più velocemente». Una lettura dei dati condivisa da Assocamerestero. Il rimbalzo delle esportazioni è dovuto all’effetto traino dei Paesi extraeuropei, verso i quali l’Italia è divenuto secondo esportatore dopo la Germania, con una quota di mercato dell’11,2%, superiore anche a quella della Francia. «Le nostre imprese – spiega il segretario generale di Assocamerestero, Gaetano Fausto Esposito – hanno attuato un riposizionamento qualitativo del prodotto italiano nel mondo e tengono soprattutto su mercati strategici come Cina, India e Stati Uniti». Per il Cerm, infine, i dati sottolineano il «buon posizionamento delle imprese italiane sui mercati internazionali: le imprese italiane migliori, quelle più attive sui mercati internazionali, sono pronte per agganciare il treno della ripresa mondiale».
Da Shippingonline