Un cambio che usato al meglio garantisce prestazioni notevoli a fronte di consumi ridotti. Alcune certezze sulle nostre capacità di guida messe in crisi. Il BlueEfficency è un veicolo ricco di sorprese: piacevoli
“Tutto quello che sai è sbagliato”: era il titolo di un saggio a tema complottista che qualche anno fa ebbe un breve successo, ed è tornato alla mente nel corso di un evento organizzato da Mercedes-Benz a qualche chilometro dalla sede di Stoccarda, in una suggestiva ex base militare. Con l’avanzare della crisi e i tagli ai budget, i viaggi e le prove in giornata sono diventati una consuetudine non sempre utile, nel senso che tra volo aereo, spostamento in loco, conferenza stampa e pranzo spesso non resta molto tempo per una prova fatta come si deve, e il rischio è quello di tornare a casa per scrivere impressioni superficiali o una semplice ratifica del materiale messo insieme dall’ufficio stampa.Questo viaggio è stato diverso, a partire dalla sistematica demolizione delle certezze dei partecipanti: appena arrivati a Münsingen abbiamo ricevuto una prima carrellata di informazioni sui modelli di Sprinter che avremmo guidato. In particolare, dietro al nome BlueEfficiency si cela tutto il pacchetto che Mercedes ha studiato per ottenere la massima efficienza e l’ottimizzazione dei consumi, a partire dai nuovi motori 4 cilindri, il nuovo cambio Eco Gear e la funzione Eco Start/Stop.Dopodiché sono stati affidati i mezzi per la prova, ospitata in un anello lungo una trentina di km, e tutti i presenti, affiancati da un tecnico della Casa, sono stati invitati a guidare esattamente come avrebbero fatto di norma. Chi scrive ha avuto in mano uno Sprinter 313 Cdi, furgone docile e decisamente brillante nelle prestazioni. Il cronista di Toe ha percorso l’anello in 32,39 minuti, con un consumo di 11,6 l/100 km, a una velocità media di 54,2 km/h, con un regime medio di 2.112 giri/min.
Il secondo briefing
Al rientro, dopo il pasto, secondo briefing, questa volta sulle tecniche di guida, ed è qui che tutte le certezze sulle tecniche di guida sono state smontate sistematicamente.A partire dall’uso del cambio: in un anello non troppo problematico ma comunque movimentato da saliscendi e curve dolci chi scrive non ha mai ritenuto di utilizzare la sesta marcia. Invece, secondo i consigli Mercedes la prima serve solo a muovere il mezzo di un metro, e dalla seconda alla quarta, e poi alla quinta, si arriva in rapida successione, se il tratto è in piano, utilizzando come parametro i 2mila giri circa del motore: con le nuove motorizzazioni non c’è più bisogno di guidare “a orecchio”, ovvero di aspettare di sentire il rombo dei giri che aumentano per passare alla marcia più alta. Certo, questa guida minimalista crea qualche vibrazione in più, ma i vantaggi sono ben altri, come vedremo. Altro consiglio: una volta raggiunta una velocità di crociera, se si è in discesa, tenere la marcia più alta e alzare completamente il piede dall’acceleratore (e facendolo, come si è potuto verificare dal computer montato a bordo, i consumi passano a zero), e riprendendo ad accelerare solo verso la fine della discesa, per sfruttare al massimo tutta la spinta accumulata nella salita seguente, fin quasi in cima. Il secondo giro, fatto tenendo il più presente quei consigli a cui bisogna abituarsi un po’, è un modo di guidare per molti versi innaturale, il contrario dell’abitudine, chi scrive ha tenuto a 1.518 la media dei giri/min, è andato al tempo stesso un po’ più veloce (54,8 km/h di media), ha impiegato meno tempo (32,14 min), e soprattutto ha consumato 9,5 l/100 km. 2,1 in meno dell’andata: non male (anzi stupefacente), vale sicuramente la pena.