Lo scorso 18 dicembre, dal terminal Transped del porto di Venezia sono partiti via mare i giganteschi pezzi del gasdotto Gazprom che collegherà la Russia e l’Unione Europea. La spedizione è avvenuta anche grazie alla collaborazione con operatori tedeschi che stanno via via incrementando i traffici tramite lo scalo veneziano.
Dalle banchine di Marghera nel 2013 sono passati oltre 1400 carichi eccezionali (+57% rispetto al 2012), tra i quali i pezzi dei più grossi impianti mondiali diretti verso la Cina, i mercati del Golfo Persico e del Mar Nero.
Un settore, quello dei cosiddetti project cargo, che vale tra i 700 e i 1000 milioni di euro l’anno e che vede in Venezia e nei suoi terminal i leader a livello europeo.
Infatti, lo scalo lagunare possiede i 3 asset competitivi necessari per il successo in questa nicchia preziosissima:
• la conformazione fisica del territorio retrostante che assicura al porto la massima accessibilità grazie a strade con pendenze basse o nulle, senza attraversamenti in galleria o restringimenti di carreggiata,
• una grande domanda di movimentazione dei project cargo: le aree afferenti il Porto di Venezia rappresentano il cuore produttivo e industriale italiano con vere e proprie eccellenze nel settore degli impianti industriali,
• lo sviluppo di expertise qualificate e una rete di terminalisti, trasportatori, agenti e spedizionieri specializzati nel trattare tutte le molteplici necessità collegate alla movimentazione di merci così particolari, impegnative e ad alto valore.
Inoltre Venezia offre la straordinaria opportunità di poter movimentare il project cargo per via fluviale. Via chiatta i project cargo arrivano a Venezia da Cremona e dal Porto fluviale di Mantova, lungo l’asta idroviaria infatti si può trasportare merce senza, di fatto, limitazioni di peso e con altezze di 8 metri grazie all’impiego di chiatte affondabili.