Nuovo Codice della Strada: non basta inasprire le pene, per la sicurezza è necessario investire nei controlli di Polizia. “A preoccupare non è tanto l’inasprimento delle norme e delle sanzioni previste dal nuovo Codice della Strada, quanto la mancanza di chiarezza dovuta all’assenza dei Decreti legislativi che dovranno essere varati dal Governo e, soprattutto, la scarsa presenza di controlli concreti sulle strade. Se l’obiettivo del ministro Salvini era davvero quello di incrementare la sicurezza stradale, allora sarebbe stato sufficiente mantenere il vecchio Codice e aumentare i fondi destinati all’assunzione di nuovi agenti di Polizia stradale e alla loro formazione”. A parlare è la presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini.
“Non vorremmo che il nuovo Codice, con le tante zone d’ombra ancora non chiarite, finisse per creare più complicazioni sia alle forze dell’ordine sia agli utenti della strada e in particolare a quelli più esposti, come gli autotrasportatori che corrono il rischio di vedere la propria attività sospesa con danni incalcolabili – spiega Cinzia Franchini -. Dobbiamo infatti sgomberare il campo da un grande equivoco: chi viaggia in regola non ha alcun timore dei controlli sulle strade, anzi, i tanti piccoli imprenditori dell’autotrasporto li auspicano perché solo attraverso le verifiche si può far emergere distorsioni e illegalità che inquinano il mercato. Per far questo però sarebbero servite risorse vere, veri investimenti per la Polizia stradale che da anni, nonostante promesse, slogan e lusinghe, deve fare i conti con una carenza di personale atavica. Emblematica, del resto, la scarsa attenzione nei confronti della Polizia stradale, se è vero che lo stesso calendario 2025 della Polizia dimentica di citarla”.
“Uniformarsi alle regole Europee limitandosi a un pesante giro di vite su norme e sanzioni non è rispettoso, prima di tutto per gli uomini e le donne in divisa chiamati ai controlli – chiude Franchini –. Cosa serve promettere sequestri e azioni penali quando non si è in grado di controllare nemmeno, per fare un esempio facile, il trasporto delle merci pericolose, quando la normativa ADR a causa del mancato investimento in formazione è materia oscura per chi è chiamato a vigilare sul suo rispetto? Ma questo è solo appunto un esempio tra i tanti: la verità è che chi non rispetta le regole oggi continuerà a farlo, in barba a ogni inasprimento e punizione”.