giovedì, 18 Aprile 2024
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L’Ue si attiva contro i colpi di sonno alla guida

«Finalmente l’Unione Europea, con una Direttiva, ha accertato il peso sanitario e anche sociale delle apnee notturne, la principale causa dei colpi di sono al volante. Impegnare gli Stati membri a varare una normativa in grado di obbligare i conducenti di autovetture, moto e camion a rispondere a specifiche domande sui disturbi del sonno, in particolare sull’OSAS, è ancora più rilevante per l’Italia dove, contrariamente ad altri Paesi, non c’è una normativa specifica». Così il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus, ha accolto l’iniziativa UE.
«Morire di sonno: non è solo un modo di dire quando si è al volante. L’eccessiva sonnolenza diurna, che è il sintomo principale dei disturbi del sonno ed in particolare dell’OSAS (Sindrome delle Apnee Ostruttive in Sonno) è una delle principali cause di mortalità alla guida di autoveicoli. Ma attualmente l’ordinamento italiano non contempla alcuna specifica azione per prevenire e accertare, come invece avviene per l’alcool e le droghe, le altrettanto pericolose conseguenze dei colpi di sonno al volante», ha aggiunto Peverini, da anni impegnato su questo fronte e nella divulgazione dei relativi pericoli. Ed ha ricordato che «le apnee in Italia causano oltre mille morti l’anno, quasi tre al giorno, e 120 mila feriti, con un costo sociale valutato in oltre 6 miliardi di €, ma mancano norme».
In sostanza, secondo l’esperto, «un soggetto affetto da OSAS a causa delle apnee è sottoposto a una grave frammentazione del sonno che diviene ‘non ristoratore’ e del tutto inefficace ai fini del vero riposo, con la conseguenza che di giorno si determina una severa difficoltà di concentrazione, con riduzione di attenzione e distrazione alla guida o, addirittura, di colpi di sonno al volante, veri brevissimi addormentamenti di qualche istante (microsleep) o pericolosamente più lunghi».
Insomma, ha sottolineato Peverini, «il rischio di incidenti diventa da due a sei volte più alto per coloro che soffrono di OSAS. Molti conducenti soffrono di apnee non diagnosticate e non trattate: spesso sono di mezza età, sovrappeso e affetti da ipertensione e obesità. In caso di sospetto di OSAS, quindi, si attuerebbe quanto da anni auspicato dalla nostra Fondazione: il rinvio ad uno specifico consulto medico per la diagnosi (polisonnografia) e la cura della patologia, in grado di causare tali pericolosi colpi di sonno al volante».
Peverini non ha nascosto una perplessità: «resta da valutare la risposta dei diretti interessati, dato il timore dei conducenti, in particolare quelli professionali, di perdere la patente e il posto di lavoro. La Direttiva UE, invero, prevede che “si potrà comunque guidare un veicolo dimostrando le terapie in corso e la validità della patente varierà tra 2 e 3 anni secondo la gravità dei disturbi”».
Per questo, ha concluso il direttore scientifico della Fondazione, «il Governo si dovrà fare carico sia della questione più prettamente sanitaria, come l’accertamento della malattia, sia della tutela del lavoro dei conducenti, come avviene ad esempio in altri Paesi Europei, senza che sia stato necessario per essi ricevere direttive della Comunità Europea».

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