Concluso l’incontro del consorzio di progetto di BATCo – Baltic Adriatic Axis, organizzato dal Ministero dell’Ambiente italiano in cooperazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e ospitato presso il Ministero italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nei tre giorni di discussione tra partner progettuali era prevista anche la conferenza aperta al pubblico tenutasi il 9 giugno, in cui esperti di ambiente, trasporti e sviluppo economico si sono esercitati sul tema “Il ruolo dell'intermodalità nelle Reti di Trasporto Transeuropee: vantaggi ambientali e logistici”.
Hans Schuschnig del Governo Regionale della Carinzia (Austria), capofila di BATCo, ha presentato in dettaglio il progetto al pubblico intervenuto nella conferenza. Con oltre 3 milioni e 723mila euro stanziati con co-finanziamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (ERDF) tramite il programma CENTRAL EUROPE, BATCo si propone di esaminare e sviluppare soluzioni di trasporto transnazionali, tecnologicamente avanzate e ambientalmente sostenibili per rilanciare la competitività del corridoio Baltico-Adriatico.
L’asse Baltico-Adriatico, unisce i maggiori porti (Gdynia, Gdansk, Koper, Trieste, Venice, Ravenna) e i principali centri urbani dalla Polonia all’Italia ed insiste su un territorio di 40 milioni abitanti, attraversato ogni anno da più di 2,2 milioni di camion. Partecipano al progetto, iniziato nel marzo 2010 e con termine previsto nel 2013, diciotto partner (istituzioni, centri di ricerca, associazioni di categoria) da cinque stati europei (Austria, Italia, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia).
L’area di studio coincide in parte con il corridoio ferroviario identificato come il numero 23 dalle reti di Trasporto Trans-Europee (TEN-T), stabilite nel 1996 per la coesione economica e sociale tra gli stati membri. Ha un’importanza strategica per il collegamento dell’Europa centrale agli emergenti mercati asiatici e incrocia altresì numerosi assi di trasporto (7 dei 10 corridoi Pan-europei, 6 dei 30 assi TEN-T), permettendo il collegamento con altre importanti regioni europee.
Tra le soluzioni proposte a livello europeo, nazionale e locale, le politiche per favorire l’inter-modalità, intesa come uso combinato e coordinato di diversi vettori (strada, ferrovia, mare e aria) per il trasferimento di merci o passeggeri da una località a un’altra, nel corso della stessa spedizione o viaggio. Essa può rivelarsi utile al fine di razionalizzare i flussi di traffico, diminuire l’impatto ambientale e rendere i singoli viaggi più redditizi, con conseguente possibilità per gli operatori di trasporto di investire su qualità e specializzazione dei servizi.
Vanno in questa direzione le parole dell’Ing. Croccolo, Direttore Generale per le Infrastrutture ferroviarie del Ministero italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti, per il quale: “oggigiorno è difficile realizzare infrastrutture che richiedano forti investimenti, e il nostro dovere come tecnici è anche quello di fornire ai politici soluzioni meno costose che non implichino necessariamente nuove costruzioni”.
Croccolo ha, inoltre, affrontato il tema del minore impatto ambientale del trasporto su ferro, responsabile di una quota minima delle emissioni di gas serra in confronto al trasporto su gomma. Il Direttore ha poi preso in esame le differenti esigenze del trasporto merci rispetto a quello di passeggeri, mettendo in evidenza come nel primo caso, sicurezza, tracciabilità e puntualità assumano un’importanza maggiore rispetto alla rapidità del viaggio, requisito che, invece, rimane fondamentale nel secondo caso.
L’Ing. Massimo Schintu, Direttore Generale dell’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori (AISCAT), d’altra parte, ha ribadito l’importanza del trasporto su gomma, più efficiente su medie e brevi distanze grazie alla capillarità della rete stradale italiana. Più che contrapposizioni, maggiori sinergie vanno ricercate con il trasporto su rotaia e su altri vettori: ad esempio il tratto finale del traffico merci può essere vantaggiosamente veicolato su strada e sempre la strada può servire da tramite per il passaggio da un mezzo all’altro (ad esempio, nel passaggio da nave a treno).
Come spiegato da Kurt Fallast, esperto designato dal capofila del progetto, BATCo sta raccogliendo dati attuali sui trasporti nei territori interessati, utili per stabilire il grado di inquinamento dell’aria e per elaborare, insieme agli altri partner di progetto, scenari ambientali possibili con una rete integrata ed efficiente di trasporti. In questo senso, Marco Onida, Segretario Generale della Convenzione delle Alpi, e Baptiste Chatré, della stessa istituzione, hanno fornito materiale per riflettere sulle specificità e le ricadute dei trasporti nelle aree di montagna attraversate dal collegamento Adriatico – Baltico, in particolare Alpi e Carpazi.
La sfida per il futuro è quella di avvicinare all’intermodalità le numerose aziende di dimensioni medio-piccole che costellano l’asse Baltico-Adriatico, avvezze all’utilizzo del solo camion per le proprie spedizioni a differenza dei gruppi di maggiori dimensioni. Laddove auspicabile, l’intermodalità va perseguita in quanto si traduce in maggiore efficienza del processo logistico, in minori costi e maggiore competitività dell’economia.