giovedì, 25 Aprile 2024
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Il risparmio comincia dalla guida

All’alba del 2012 crea un certo disappunto notare come sia rimasta viva la consuetudine – ahimè per numerosi autisti di camion – di scaldare il motore in folle a lungo, prima di iniziare la giornata di lavoro. Ho sempre odiato fin da piccolo questa abitudine, capace di trasformare i parcheggi in vere e proprie camere a gas, dotate di motori urlanti per via dell’aria “tirata” o ancora sputanti nera fuliggine. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, o meglio, di gasolio negli iniettori! La qualità del carburante è sensibilmente migliorata, con la riduzione delle sostanze inquinanti, così come la tecnologia spinta dalle sempre più rigide normative Euro, vere e proprie forche caudine per gli ingegneri della Ricerca e Sviluppo mondiale. Un’evoluzione continua che rende Preistoria i decenni appena passati. Mi ritorna in mente a questo proposito una scena all’inizio degli anni Settanta, tanto comica allora, quanto incredibile oggi… Il ricordo di un vicino di casa che, ogni mattina, scendeva dall’ottavo piano con un ferro da stiro caldo in mano, per riscaldare la calotta dello spinterogeno della sua nuova fiammante Opel Manta arancione. Questo episodio provoca in me non poche domande: qualcuno ha mai spiegato agli autisti che i veicoli si sono leggermente “evoluti” nel tempo? Il mio vicino era un bancario, gli autisti sono dei professionisti. E ancora: quelle aziende di trasporto che – nonostante la congiuntura – continuano a investire rinnovando il parco, investono anche sul capitale umano? Ho i miei dubbi. Mi permetto di dire ciò dopo avere analizzato le abitudini e gli stili di guida di autisti provenienti da diverse aziende di trasporto. Grazie agli strumenti di diagnostica, che dialogano direttamente con la centralina elettronica, ci si può trasformare in un profiler – proprio come nel telefilm “Criminal Minds” – e tracciare un identikit completo dell’autista e del suo stile di guida. Vi racconto a tal proposito un altro episodio. Recentemente un’azienda di trasporto si è lamentata per i consumi elevati dei propri veicoli, imputandone la colpa esclusivamente a questi ultimi, senza coinvolgere in alcun modo gli autisti. Sono partite diverse analisi dei parametri di utilizzo dei mezzi dalle quali sono emersi valori anomali, spingendoci ad affiancare gli autisti nelle loro giornate di lavoro. Ed ecco la sorprendente scoperta: la prima mezz’ora della giornata veniva sistematicamente trascorsa al bar tra un cappuccino e una discussione sugli avvenimenti sportivi. Nel frattempo i veicoli erano sul piazzale con il motore acceso al minimo, riscaldandosi ben bene. Ed eravamo a fine Giugno! Chieste spiegazioni, gli autisti hanno enunciato le loro teorie tecniche, con il benestare del loro titolare, convinto da tanta competenza, frutto di una vita di esperienza al volante. Lasciatecelo dire: episodi di questo genere non sono un’eccezione, potremmo scrivere un libro intero. E non può non riaffiorare in noi la domanda posta poco prima: come mai in un momento in cui il continuo aumento del prezzo del gasolio sta progressivamente erodendo i margini delle aziende di trasporto, solo poche di esse mettono in atto delle azioni concrete per controllare i consumi di carburante e diminuirli? Secondo i risultati medi ottenuti dalla formazione alla guida razionale Optifuel di Renault Trucks, è possibile risparmiare intorno ai cinquemila euro di carburante per veicolo per anno. Moltiplicando la cifra per il numero di veicoli di un’azienda e per il numero di anni di possesso, si ottengono delle cifre da capogiro. E se da un lato è davvero curioso come, al termine delle formazioni, siano proprio gli autisti con più esperienza – quelli più titubanti all’inizio – a diventare ambasciatori in azienda delle nuove tecniche di guida, non manca uno zoccolo duro di trasportatori che preferiscono ancora continuare a operare come in passato, lamentandosi delle tariffe, del costo degli autisti e del carburante, senza rimettere in discussione i processi per migliorare l’efficienza della propria attività. Tra questi quello riguardante il fattore umano è prioritario..

 

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