giovedì, 2 Maggio 2024
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Euro 7: la pragmatica posizione del Consiglio sulle emissioni

Ieri il Consiglio ha adottato la sua posizione (il cosiddetto “orientamento generale) sulla proposta di regolamento sull’omologazione di veicoli a motore e motori, nonché di sistemi, componenti ed entità tecniche indipendenti destinati a tali veicoli, per quanto riguarda le relative emissioni e la durabilità delle batterie, meglio noto come regolamento Euro 7.

Una decisione presa grazie anche alla moral suasion di alcuni paesi membri con una solida industria automobilistica, come Francia, Italia e Repubblica Ceca. Proprio il ministro ceco dell’Industria e del Commercio, Jozef Síkela, ha spiegato a Euronews la propria posizione politica: “Ho la sensazione che si stia andando nella giusta direzione. Siamo consapevoli dell’importanza dell’industria automobilistica per l’economia europea e ceca in particolare. Rappresenta il 10% del Pil totale, oltre il 20% delle esportazioni. Quindi dobbiamo essere consapevoli dell’impatto”.

La posizione del Consiglio

Il nuovo regolamento — che per la prima volta include nel campo di applicazione di un unico atto giuridico autovetture, furgoni e veicoli pesanti — mira a stabilire regole più appropriate per le emissioni dei veicoli e a ridurre ulteriormente le emissioni di inquinanti atmosferici prodotte dal trasporto su strada.

Nella sua posizione il Consiglio raggiunge un equilibrio tra prescrizioni rigorose in materia di emissioni dei veicoli e investimenti supplementari per l’industria, in un momento in cui i costruttori europei di autovetture sono in una fase di trasformazione verso la produzione di autovetture a emissioni zero. L’orientamento generale mantiene i limiti di emissione e le condizioni di prova per i veicoli leggeri attualmente applicabili. Nel caso dei veicoli pesanti, i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adeguate.

Il regolamento Euro 7 contiene inoltre una disposizione speciale sugli autobus urbani in modo da garantire la coerenza con il nuovo obiettivo di azzeramento delle emissioni entro il 2030 proposto per questi veicoli.

Nuovi elementi dell’Euro 7

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Fonte consilium.europa.eu

Il regolamento Euro 7 fissa limiti per le emissioni diverse da quelle dallo scarico, come il particolato emesso dai freni e dagli pneumatici. Introduce inoltre prescrizioni prestazionali minime per la durabilità della batteria nelle auto elettriche e impone prescrizioni più rigorose per la durata di vita dei veicoli. Il regolamento prevede inoltre l’uso di tecnologie avanzate e di strumenti di monitoraggio delle emissioni.

Mandato del Consiglio

Tenendo conto degli obiettivi in materia di ambiente e salute, il Consiglio propone una serie di modifiche pragmatiche alla proposta della Commissione, tra cui:

  • le condizioni di prova e i limiti di emissione attualmente applicabili (stabiliti nell’Euro 6) sono mantenuti per i veicoli M1 e N1 (autovetture e furgoni privati);
  • nel caso dei veicoli M2 e M3 (autobus e pullman) e dei veicoli N2 e N3 (veicoli commerciali pesanti), i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adeguate rispetto alle norme Euro 6/VI;
  • l’allineamento dei limiti di emissione di particolato dai freni e dei limiti del tasso di abrasione degli pneumatici con le norme internazionali adottate dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite è rafforzato;
  • si tiene conto del nuovo obiettivo di azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2030 proposto per gli autobus urbani;
  • sono fissate scadenze chiare per l’adozione di atti di esecuzione (da parte della Commissione) al fine di garantire agli operatori economici chiarezza e certezza del diritto.

Prossime tappe

L’orientamento generale concordato oggi formalizza la posizione negoziale del Consiglio. Conferisce alla presidenza del Consiglio un mandato per avviare negoziati con il Parlamento europeo, che cominceranno non appena quest’ultimo avrà adottato la sua posizione.

Le parole degli stakeholders

Il vice presidente di Federauto delegato al settore Trucks&Van, Massimo Artusi

«Il Regolamento Euro 7 adottato ieri dal Consiglio Competitività dell’Unione europea è un buon compromesso tra le esigenze della sostenibilità ambientale e quella economica e sociale, ma è soprattutto l’ennesimo segnale che – dopo una lunga prevalenza di iniziative normative influenzate da fattori ideologici – la linea dell’approccio pragmatico alla transizione energetica ed ecologica trova sempre maggiori consensi presso le istituzioni europee». Lo ha detto Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto con delega ai Trucks&Van, commentando il via libera del Consiglio dei ministri alla Competitività dell’UE al nuovo Regolamento sull’introduzione dei motori Euro 7. «I tempi di applicazione per i veicoli pesanti prorogati a quattro anni dalla data di pubblicazione del Regolamento, le profonde correzioni sulle funzioni dei sistemi di emission control, l’affidamento ai singoli Stati Membri della definizione delle sanzioni, la rimozione dell’obbligo di immatricolare solo elettrici e fuel-cell per i bus urbani dal 2030», ha proseguito Artusi, «sono tutti elementi che permettono all’industria e alla ricerca di programmare nel tempo i propri investimenti, senza sottrarre risorse preziose alla transizione verso motori e carburanti bio e carbon neutral e senza mettere a repentaglio i bilanci aziendali e i posti di lavoro».

«L’aspetto più significativo della nuova adozione», ha detto ancora il vicepresidente di Federauto, «è rappresentato dalla crescita della consapevolezza presso le istituzioni europee della necessità di correggere gli aspetti ideologici delle proposte iniziali della Commissione, per imboccare la strada del pragmatismo. La scorsa settimana lo ha fatto la Commissione Trasporti del Parlamento europeo sui target CO2 HDV (Heavy-Duty Vehicles), ora lo ha fatto il Consiglio dei ministri alla Competitività per l’Euro 7». «Ci auguriamo», ha concluso Artusi, «che, nelle prossime settimane, anche la Commissione Ambiente dell’Europarlamento – a dispetto di certe iniziative propagandistiche istituzionalmente inappropriate promosse a Bruxelles dal relatore Yannick Jadot – adotti un atteggiamento che continui su questa strada, dovendo deliberare sull’utilizzo dei biocarburanti nell’ambito degli standard di emissione di CO2 per i veicoli commerciali pesanti e autobus». «Quella di riconoscere la strategicità dei carburanti rinnovabili non è un cedimento sul fronte della lotta per la decarbonizzazione, ma, al contrario, una risposta più immediata, coerente e appropriata per i target di decarbonizzazione del settore, in coerenza con la difesa della sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’Europa», ha concluso Artusi.

Sulla stessa linea anche il Presidente ANFIA, Roberto Vavassori: “Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto dal Consiglio, perché tiene conto della maggior parte delle osservazioni tecniche e strategiche che ANFIA aveva condiviso con le istituzioni nazionali ed europee. Giuste le nuove date di entrata in vigore, coerente la scelta di mantenere gli attuali standard per i veicoli leggeri e quella di riportare i test di prova a banco per i veicoli pesanti, fondamentale il coordinamento della regolamentazione di freni e pneumatici con quella dell’UNECE.
L’approccio pragmatico e razionale che l’Italia e gli altri Stati Membri hanno adottato nell’affrontare un dossier così importante per la filiera automotive europea fa riaffiorare la speranza che in Europa sia possibile discutere e decidere senza ideologie.
In tal senso, al Governo italiano, e in particolare al MIMIT, va riconosciuta la tenacia di una leadership importante mantenuta in tutte le fasi negoziali sui temi prioritari per la nostra industria. Il passo importante di oggi è parte essenziale di un percorso ancora complesso, perché nelle prossime settimane sarà il Parlamento europeo a dover esprimere a sua volta la posizione da portare nel negoziato finale. Perciò, l’appello di tutta la filiera automotive agli europarlamentari italiani è di analizzare il testo di compromesso approvato dagli Stati Membri, coglierne e condividerne la ragione e lo spirito, per poi adottare una posizione che sia altrettanto razionale e pragmatica”.

Le critiche degli ambientalisti

Dall’altra parte della barricata, le associazioni ambientaliste contestano la posizione assunta dal Consiglio. “Purtroppo la posizione del Consiglio è estremamente deludente per quanto riguarda gli standard. Euro7 era un’opportunità per ridurre le 70mila morti causate ogni anno dal trasporto su strada”, afferma Anna Krajinska, della European Federation for Transport and Environment su Euronews. “Sono stati eliminati anche i limiti di avviamento a freddo, fondamentali per ridurre i limiti di inquinamento nelle città“, aggiunge. Tra l’altro, secondo la stessa associazione, il nuovo regolamento “dovrebbe continuare a chiamarsi Euro 6“.

Restano dibattute le date di entrata in vigore delle nuove regole: per quanto riguarda le auto, la Commissione voleva iniziare ad applicarle dal luglio 2025, ma gli Stati membri chiedono 30 mesi di tempo dall’adozione del regolamento. Attesa ora la posizione del Parlamento europeo, prima di cominciare il negoziato.

Come finirà? Lasciateci essere altrettamento pragmatici come il Consiglio: difficilmente le scelte dei governi vengono stravolte, quindi la strada sembra essere segnata.

 

A. Trapani
A. Trapanihttps://www.andreatrapani.com
Redattore e Responsabile Area Web Trasportare Oggi in Europa
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