venerdì, 29 Marzo 2024
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Caso BRT, alla base di tutto la concorrenza spietata e le norme poco chiare

I pareri di tre addetti ai lavori

“L’operazione della Guardia di Finanza di Milano, che ha portato al sequestrato di 102 milioni di euro a due multinazionali della logistica (Brt-Bartolini e Geodis) è l’ennesima dimostrazione di un mondo schiacciato da dinamiche che nulla hanno a che fare con la legalità anche se ovviamente, in questo caso, occorre attendere lo sviluppo del procedimento giudiziario” lo dice, Cinzia Franchini, presidente di Ruote Libere, che continua “da anni denunciamo come la competizione al ribasso in questo settore sia caratterizzata da aspetti distorti e illegali e non può essere lo sfruttamento del lavoro la leva per la competitività nel settore”. “Il punto su cui occorre lavorare – dice ancora Cinzia Franchini – e che è alla base del problema è semplice in un modo disarmante: non può esserci un costo del servizio ribassato oltre il limite delle spese stesse sostenute da una azienda che opera nella legalità. Se si deroga da questo principio, se i committenti stessi fanno finta di nulla pur di risparmiare e accettano prezzi stracciati fingendo di non sapere cosa si nasconde dietro a tali offerte, allora indignarsi e strapparsi le vesti a posteriori è semplicemente ipocrita”.

Anche Claudio Fraconti, presidente dell’Osservatorio della Logistica e dei Trasporti di Mi-Lo-MB, punta il dito sulla “spietata concorrenza sulle tariffe tra le grandi multinazionali che hanno innestato dei processi che alla fine sono spesso caduti nell’illegalità, facendo del settore trasporti un settore malato, con aziende che vengono sequestrate, autisti sfruttati. Il problema è sempre quello, la concorrenza sleale” . Per Claudio Fraconti si tratta di una vicenda che viene da lontano e racconta che già più di tre anni fa il “Prefetto di Milano fece sapere a tutti gli interessati, imprenditori logistici e associazioni professionali che se non si fosse messa a posto la situazione, sarebbero cominciati controlli severi a tappeto: e così è stato”.

Diverso l’approccio di Massimo Marciani, presidente di Freight Leader Council: “Il “caso BRT” – dice – è un tema complesso che merita decisamente approfondimenti e che si deve cercare di interpretare da due punti di vista, quello squisitamente imprenditoriale e quello giuridico.
Dal punto di vista imprenditoriale va detto che un’azienda di logistica è libera di decidere se gestire internamente o esternalizzare le attività della propria piattaforma. Trovo, quindi, naturale che si possa discutere su quale sia il modello migliore e non solo da un punto di vista economico ma, visto che parliamo spesso di sostenibilità sociale della logistica, anche da quello, appunto, sociale o “etico”. Sul piano giuridico, invece – continua Marciani – i problemi, per ogni imprenditore, sorgono quando ci si trova davanti a leggi poco chiare o male applicate. Se un’azienda decide legittimamente di esternalizzare, si trova davanti una serie di problematiche, per la maggior parte rappresentate da interpretazioni forzate, quando, addirittura, non capziose, finalizzate a impedire quello che, invece, la legge consente. In sostanza – conclude il presidente di FLC – se si vogliono evitare i subappalti nella logistica, siamo d’accordo, ma va fatto attraverso norme chiare che evitino cioè quelle zone grigie nelle quali può prosperare l’illegalità e nelle quali un imprenditore non può lavorare serenamente, con il pericolo di dover rispondere di responsabilità spesso dovute proprio all’incertezza della norma”.

Ferruccio Venturoli
Ferruccio Venturoli
Vicedirettore e co-conduttore Trasportare Oggi On Air [email protected]
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