giovedì, 18 Dicembre 2025
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UNRAE: la transizione energetica passa da realismo e riforme strutturali

Pacchetto automotive UE, mercato italiano in affanno e transizione elettrica in ritardo: UNRAE analizza numeri e scenari al 2026 di trasporto e logistica e propone le riforme necessarie per rilanciare il settore

Nel giorno in cui la Commissione Europea si prepara a presentare il nuovo pacchetto automotive, UNRAE richiama Bruxelles e il Governo italiano a scelte chiare, coerenti e senza rinvii. Il messaggio è arrivato dalla Conferenza Stampa di fine anno dell’Associazione, svoltasi il 16 dicembre a Roma, in un contesto segnato da crisi geopolitiche, rallentamento economico e crescente pressione sulla competitività dell’industria europea del settore automotive.

Il pacchetto UE – che comprende la revisione degli standard CO₂ per auto e veicoli commerciali, la strategia europea sulle batterie, il pacchetto Omnibus per la semplificazione normativa e le nuove linee guida per la transizione delle flotte aziendali – rappresenta un passaggio cruciale. UNRAE guarda con favore a un possibile ritorno al realismo, basato su target più aderenti al mercato, apertura alle tecnologie “ponte” e un modello regolatorio differenziato per auto, veicoli commerciali e pesanti.

“Negli ultimi anni l’Europa ha imposto obiettivi senza investire a sufficienza nei fattori abilitanti”, ha dichiarato Roberto Pietrantonio, Presidente UNRAE. “Le lacune normative di Bruxelles e la scarsa capacità di ascolto verso le Case costruttrici hanno collocato imprese e consumatori di fronte a target forse troppo ambiziosi e non supportati da adeguate condizioni”.

UNRAE analizza numeri e scenari al 2026 di trasporto e logistica

Sul piano dei dati, il quadro resta fragile. UNRAE stima per il 2025 un mercato italiano delle autovetture compreso tra 1,520 e 1,525 milioni di unità, in calo di circa 2,2–2,4% rispetto al 2024 e con un divario di circa 400.000 immatricolazioni rispetto al 2019. Per il 2026 è previsto solo un lievissimo recupero a 1,54 milioni, insufficiente a parlare di vera ripresa strutturale .

Il rallentamento del mercato si inserisce in uno scenario macroeconomico debole: la crescita del PIL italiano è stimata allo 0,5% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026, ben al di sotto della media dell’Area Euro.

Transizione energetica: Italia in forte ritardo

Dal punto di vista tecnologico, il mercato italiano resta dominato dalle ibride, che nel 2025 raggiungono una quota di circa 44,5%. Il diesel scende al minimo storico, soprattutto tra i privati (5,6%), mentre le elettriche pure (BEV) si fermano al 5,2%, contro una media superiore al 21% negli altri Paesi europei .

Secondo UNRAE, il ritardo italiano non è legato solo al reddito, ma a fattori strutturali: bassa penetrazione delle auto aziendali (46,8% contro il 66,3% della Germania), infrastrutture di ricarica insufficienti (Italia al 16° posto in Europa per capillarità) e tariffe di ricarica pubblica elevate, che riducono la convenienza dell’elettrico.

“Il nostro Paese evidenzia un ritardo significativo rispetto ai Major Market europei nella diffusione delle autovetture ricaricabili”, ha spiegato Andrea Cardinali, Direttore Generale UNRAE. “Un ritardo dovuto a gap nei fattori abilitanti: penetrazione delle auto aziendali, infrastrutture di ricarica e prezzi dell’energia”.

Parco circolante vecchio e usato sotto i livelli europei

La debolezza del nuovo si riflette sull’intero sistema. Il parco auto italiano continua a crescere e ad invecchiare, con un’età media superiore ai 12 anni e oltre il 58% delle vetture con più di 10 anni. Anche il mercato dell’usato, pur in ripresa (+2,5%), resta sottodimensionato: il rapporto usato/nuovo è pari a 2, nettamente inferiore a quello degli altri Major Market europei .

Veicoli commerciali e industriali: stagnazione in vista

Per i veicoli commerciali leggeri, UNRAE stima nel 2025 un calo del 4,4% a circa 190.000 unità, seguito da una sostanziale stagnazione nel 2026. I veicoli industriali mostrano una dinamica analoga: dopo una flessione nel 2025 (-2,5%), il 2026 è atteso a 27.000 unità (-2,9%), con un parco circolante caratterizzato da elevata anzianità.

Le proposte UNRAE: fiscalità e politica industriale

Durante la conferenza stampa di fine anno, UNRAE esprime forte contrarietà all’ipotesi di un vincolo del 70% “Made in Europe”, giudicato penalizzante per consumatori e imprese e potenzialmente dannoso per la competitività dell’industria europea.

“La competitività non si costruisce alzando muri, ma rafforzando ponti”, ha sottolineato il Presidente Pietrantonio. “Un obbligo del 70% rischia di penalizzare i consumatori, indebolire le imprese e rallentare la transizione”.

Al centro delle proposte dell’Associazione c’è invece la riforma della fiscalità delle auto aziendali, indicata come il principale moltiplicatore di crescita.

A fronte dei 923 milioni di euro stanziati nel biennio 2024-2025 per gli incentivi diretti, UNRAE stima che un intervento fiscale da 85 milioni di euro potrebbe incentivare oltre 100.000 vetture green, accelerando il rinnovo del parco circolante, generando un usato più giovane e producendo benefici ambientali, economici e di sicurezza.

Verso il 2026: transizione possibile solo con scelte strutturali

Lo scenario al 2026 delineato da UNRAE indica che il mercato non tornerà automaticamente ai livelli pre-pandemia. Senza interventi strutturali su fiscalità, infrastrutture e politiche industriali, la transizione rischia di restare incompiuta.

“Sul tema della fiscalità si sta consolidando un ampio fronte comune”, ha concluso Pietrantonio. “È la leva prioritaria per ottenere risultati concreti e misurabili”.

Il messaggio all’Europa e all’Italia è netto: decarbonizzazione e competitività possono procedere insieme, ma solo con regole stabili, investimenti mirati e un dialogo continuo con il mercato.

Ferruccio Venturoli
Ferruccio Venturoli
Vicedirettore e co-conduttore Trasportare Oggi On Air [email protected]
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