Autorità Portuale e operatori uniti nel nuovo layout dello studio di fattibilità per il “Potenziamento ed efficientamento delle attività ferroviarie nel Porto di Trieste, molo V, molo VI e molo VII”. “L’elaborato – ha spiegato il presidente dell’Apt, Marina Monassi – è il frutto condiviso di un intenso lavoro svolto dai tecnici di Apt, di Alpe Adria, degli operatori portuali ed è rispettoso e funzionale a un equilibrato sviluppo dei traffici. Il passaggio successivo a quello odierno sarà – oltre al coinvolgimento della Regione Friuli Venezia Giulia e degli altri soggetti Istituzionali interessati – l’inoltro dello studio di fattibilità a Rete ferroviaria italiana (RFI) “. Lo studio rappresenta un impianto ferroviario che meglio soddisfi le esigenze attuali e future relazionate ai traffici e all’asservimento dei punti nodali presenti nel Punto Franco Nuovo (molo V, Molo VI e Molo VII). Sono stati analizzati, infatti, anche i traffici internazionali combinati non accompagnati che caratterizzano l’attività ferroviaria del Punto Franco Nuovo.
“Nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) – come ridefinita dalla Commissione UE nel nuovo regolamento in corso di approvazione da parte del Parlamento Europeo – nei 10 Grandi Corridoi del Core-Network, il Porto di Trieste – commenta l’ad di Alpe Adria, Antonio Gurrieri – viene individuato come uno dei “core-maritime-ports”, in particolare per quanto riguarda gli assi del Corridoio nr. 1 “Adriatico-Baltico”, sulla direttrice Sud-Nord e del “Mediterranean Corridor” nr. 3 (ex Corridoio 5 o PP6) sulla direttrice Est-Ovest, e per questo viene visto come “nodo” d’interesse internazionale. Per allineare le politiche nazionali e locali a tali obiettivi strategici europei, risulta doveroso, oltre che strategico per lo sviluppo del territorio portuale, provinciale e regionale, prevedere l’adeguamento del cosiddetto “comprehensive-network”, cioè delle infrastrutture di connessione con i “core-corridors” e, conseguentemente, degli arredi ferroviari per il potenziamento/collegamento tra l’impianto di Trieste Campo Marzio ed il convogliamento di tutta l’area retro-portuale; diventa quindi necessario attivare un primo studio di fattibilità per andare meglio a comprendere l’impatto e le criticità del layout infrastrutturale e degli spazi da dedicare.