Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, raggruppamento di imprenditori dell’autotrasporto. ha commentato il nuovo DCPM del 25 ottobre 2020. “Il giro di vite di oggi imposto dal Governo Conte è di fatto un semi-lockdown di fronte al quale l’intero settore dell’autotrasporto rischia di collassare. I cosiddetti ristori per le aziende più colpite, di cui parla il Premier, suonano come una beffa per una categoria come la nostra che la scorsa primavera non ha ottenuto alcun indennizzo ad hoc per il crollo del fatturato subito, continuando parallelamente a trasportare merce per garantire i servizi essenziali. Un settore abbandonato a se stesso al punto che si torna a togliere il banale diritto ad avere bar e ristoranti aperti la sera, fuori dall’autostrada, per fermarsi a mangiare o usufruire dei servizi igienici. Il tutto senza pensare di adattare con buonsenso le norme sui tempi di guida e riposo. A testimonianza di un disinteresse totale per la categoria”.
“Al di là degli slogan del Governo, alle imprese dell’autotrasporto non è stato infatti riconosciuto alcun indennizzo particolare legato al primo lockdown e questo ha lasciato molte realtà a un passo dalla chiusura. Ora con questa nuova stretta, si tornano a promettere fantomatiche compensazioni economiche, ma nessuno dotato di razionalità può credere all’ennesima promessa verbale. Si parla ancora di crediti di imposta ma forse Conte non sa che chi non ha più fatturato non ha nemmeno crediti da compensare; la burocrazia da Covid poi, aumentata a dismisura, forse a beneficio di alcuni di quei soggetti con cui il Premier si relaziona e che vivono di burocrazia, è la mazzata definitiva per le imprese. Insomma parole vuote che rischiano di spalancare ulteriormente le porte alla possibilità della criminalità organizzata di allargare il proprio giro d’affari. Una cosa deve avere chiara il Governo. L’incapacità di prevenire gli effetti della scontata seconda ondata del virus ha imposto nuove misure draconiane, ma stavolta senza indennizzi immediati e anticipati, dettati dall’evidente tracollo dei trasporti da effettuare, l’Esecutivo deve mettere in conto che saranno gli stessi imprenditori dell’autotrasporto a fermarsi del tutto – continua Cinzia Franchini –. Non è una minaccia, ma una semplice constatazione. Non è pensabile di pretendere dalla categoria di servire il Paese in modo responsabile per i trasporti essenziali, cosa che ha sempre fatto, e penalizzarla senza alcun aiuto nella attività quotidiana. Se un settore crolla, crolla completamente e le conseguenze le pagano tutti. Gli autotrasportatori non si sono mai macchiati di irresponsabilità e non lo faranno di certo davanti a una emergenza come quello che stiamo vivendo, ma sarebbero obbligati dalla realtà ad arrendersi e a non poter continuare a lavorare”.