martedì, 23 Aprile 2024
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Prova di forza

Non ci sono dubbi: già da fermo l’Arocs colpisce per l’immagine di forza e robustezza che trasmette. La mascherina del radiatore dal design a “denti di ruspa” è come una parentesi estetica tra tecnica e terreno, è chiaro fin da subito che questo veicolo è fatto per il fuoristrada. A Dornap, nel cantiere della Rheinkalk, dimostra le sue grandi capacità.  

La prova sul circuito estremo  

Per la prova sul cosiddetto circuito estremo, la scelta cade sul modello 4151 8×8/4. Secondo la consolidata nomenclatura Mercedes-Benz, la sigla corrisponde ad un veicolo da 41 tonnellate a quattro assi tutti motori, due dei quali, naturalmente quelli anteriori, sterzanti. La motorizzazione, anch’essa codificata nella sigla del modello, ha una potenza di 375 kW (510 CV). Per essere più precisi, si tratta della versione di punta del sei cilindri in linea Mercedes-Benz da 12,8 l, che eroga la massima potenza a 1.800 giri/min e fornisce all’albero motore una coppia massima di 2.500 Nm a 1.100 giri/min.   Al motore BlueTec con omologazione Euro VI di serie è normalmente accoppiato il cambio automatizzato Mercedes PowerShift 3, il veicolo in prova monta un cambio manuale a sedici marce, disponibile a richiesta con sovrapprezzo. Grazie al nuovo sistema di comando shift-by-wire e alla servoassistenza nettamente più efficace, questo cambio manuale si manovra con estrema precisione, complice anche la morbidezza del pedale della frizione.  

Un’erogazione di coppia fulminante  

Il cambio passa tuttavia in secondo piano durante la prima prova su sterrato nel comprensorio degli stabilimenti Rheinkalk. Colpisce molto di più il motore, con la sua fulminante erogazione di coppia nelle fasce di regime più basse e la contemporanea facilità con cui sale di giri, risparmiando spesso al conducente l’onere di cambiare marcia.

Chi si aspetta una guida ergonomica, al volante di questo bolide da cantiere non rimane deluso. Infatti, come da tradizione Mercedes, anche sul nuovo Arocs i bloccaggi dei differenziali si innestano in serie in base alla trazione necessaria, proprio come sui modelli della fortunata Serie Actros. Inoltre la plancia, estremamente curata in quanto a disposizione e visibilità di comandi e strumenti, informa sempre con precisione il conducente sulle attuali condizioni di marcia.  

Tutto dipende dal numero di giri  

Tra le principali informazioni figura naturalmente la velocità di marcia, che però sui terreni difficili è meno importante di un altro dato fondamentale: il regime. Quando il veicolo incontra la massima resistenza all’avanzamento è l’indicazione del numero di giri a fornire risposta alla domanda essenziale: il motore ce la fa o non ce la fa?   L’Arocs 4151 8×8/4 trasporta il carico massimo e la lancetta del contagiri non si schioda dai 1.100 giri. Persino lungo la salita dell’impegnativo circuito offroad, estremamente scivoloso per il precedente temporale, il motore di grossa cilindrata non cade in ginocchio. Anzi, il conducente si accorge che il pedale dell’acceleratore non è ancora arrivato completamente a fondo corsa.   L’autotelaio per usi fuoristradistici estremi si flette con tale abilità sotto la piattaforma ribaltabile caricata al massimo da mandare in visibilio i fotografi circostanti. Anche per chi lavora al volante dell’Arocs l’atmosfera è rilassata. Grazie alla compensazione del carico gravante sugli assi, il peso è perfettamente ripartito tra i due assi anteriori e la trazione raggiunge quasi il 100%. In questo il nuovo ribaltabile a trazione integrale è aiutato anche dalla buona aderenza degli pneumatici da fuoristrada di misura 13 R 22.5.  

Grande maneggevolezza con la novità mondiale “Servotwin”  

In queste manovre impegnative lo sterzo lavora con notevole precisione. Ma non c’è da stupirsi, perché il nuovo Arocs è equipaggiato con una novità mondiale nel settore dei veicoli industriali: lo sterzo elettroidraulico “Servotwin”, inizialmente destinato soltanto ai veicoli a quattro assi. I vantaggi per il conducente dell’Arocs sono la servoassistenza in funzione della velocità e la funzione attiva di ritorno dello sterzo.   Con questa tecnologia di nuovo sviluppo, di serie per i veicoli 8×6 e 8×8 e disponibile a richiesta per la formula 8×4, il comfort di sterzata raggiunge livelli mai visti prima ed è affiancato da un’estrema precisione direzionale.  

Secondo giro di prova su circuito libero con il nuovo OM 470  

Anche i veicoli provati sul secondo circuito sterzano con il “Servotwin”. E per il cambio delle marce si affidano al Mercedes PowerShift 3 di serie. A monte del cambio presta servizio il nuovo sei cilindri in linea OM 470 da 10,7 l, per il quale sono previste quattro versioni di potenza, a partire da 240 kW (326 CV) per arrivare a 315 kW (428 CV). Il veicolo utilizzato per la prova, un quattro assi 3240 con configurazione degli assali 8×4/4, è la seconda versione in ordine di potenza ed eroga 290 kW (394 CV) e 1.800 Nm di coppia massima. Questo ribaltabile su tre lati è equipaggiato con pneumatici 315/80 R 22.5, idonei all’uso stradale e fuoristradistico.

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