Segno negativo per il mercato dei veicoli commerciali a maggio 2022 che registra un -11,3%. Per UNRAE gli incentivi non hanno avuto effetto e l’esclusione dei motori tradizionali rallenta il rinnovo del parco veicolare
Quarto calo consecutivo a maggio per il mercato dei veicoli commerciali leggeri (autocarri fino a 3,5 t di peso totale a terra). Con 15.835 veicoli immatricolati, secondo le stime del Centro Studi e Statistiche UNRAE, contro i 17.847 dello stesso mese 2021, maggio registra una flessione dell’11,3%, il secondo peggiore risultato da inizio anno. Il cumulato dei primi cinque mesi conta 74.076 immatricolazioni rispetto alle 80.925 del periodo gennaio-maggio 2021, pari a una riduzione dell’8,5%.
Il problema degli incentivi
L’apertura della piattaforma per l’accesso agli incentivi governativi, avvenuta lo scorso 25 maggio, non ha avuto alcun effetto positivo sul mercato dei veicoli commerciali. Il fondo di 10 milioni di euro messo a disposizione dei soli veicoli elettrici puri a fronte di rottamazione, nelle due fasce fino a 3,5 t e superiore a 3,5, è ancora praticamente integro: le prenotazioni hanno impegnato una quota di poco superiore a 400 mila euro.
“Come già pronosticato – commenta il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci – la scelta di escludere dai benefici i veicoli a combustione tradizionale, che oggi con il 98,5% coprono la quasi totalità del mercato dei veicoli commerciali, rende molto esigua la platea dei veicoli incentivati, e soprattutto riduce il numero delle possibili rottamazioni, ritardando il ricambio del parco circolante che anche in questo comparto è tra i più vecchi d’Europa, con un’età media che ha raggiunto i 14 anni”.
La mancanza di infrastrutture frena la diffusione dei veicoli elettrici
“Per la diffusione dei veicoli elettrici – aggiunge Crisci – sicuramente servono gli incentivi, ma senza una contestuale espansione di una solida rete di infrastrutture per la ricarica, anche con sgravi fiscali per l’installazione da parte dei privati, il numero dei mezzi commerciali a zero emissioni non crescerà quanto è auspicabile che cresca”.
L’analisi della struttura del mercato
Se si confronta il 1° quadrimestre del 2022 (con dati ancora suscettibili di leggeri aggiustamenti nei prossimi due mesi, a causa dei ritardi di immatricolazione) con lo stesso periodo 2021, si nota il crollo dei privati che, con 1/4 dei volumi persi, scendono al 18,8% di quota (-4,2 p.p.) e delle società che cedono 1/5 delle immatricolazioni e si fermano al 39,5% del totale (-6,1 p.p.).
Le autoimmatricolazioni scendono al 4,4% di share, mentre sul fronte del noleggio il breve termine – in progressiva pesante contrazione – si ferma al 4,3%.
Il lungo termine segna una crescita vertiginosa, salendo di 12 punti a rappresentare oltre il 33% delle preferenze.
Sul fronte delle motorizzazioni, il benzina raddoppia i volumi e arriva al 6,9% del totale, il diesel perde oltre 10 punti, al 74,9% di quota, il metano scende all’1,6%, mentre il Gpl rimane stabile al 2,7% di share. I veicoli ibridi più che raddoppiano la quota, all’11,9% delle preferenze; gli elettrici puri salgono all’1,5%.
La CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5 t, calcolata con il nuovo ciclo WLTP, nel 1° quadrimestre frena del 7,3% a 179,3 g/Km (rispetto ai 193,5 g/Km dello stesso periodo 2021).