DAF verso l’elettrificazione completa. Investimenti, nuove gamme, previsioni di mercato, ruolo della connettività e sfide per l’Italia
L’AD ha ribadito che “il futuro del trasporto sarà elettrico” e che la transizione richiederà formazione, infrastrutture e un nuovo approccio operativo.
DAF verso l’elettrificazione completa
Durante la conferenza stampa di chiusura anno, che si è svolta venerdì 28 novembre presso la Centrale Idroelettrica Taccani a Trezzo Sull’Adda (MI), DAF ha confermato il proprio orientamento verso l’elettrificazione, spiegando che l’azienda non intende più investire in tecnologie diesel o endotermiche tradizionali. L’Amministratore Delegato di DAF Veicoli Industriali Spa, Massimo Dodoni, ha evidenziato che il marchio è ormai concentrato su tre pilastri strategici: distribuzione urbana, trasporto regionale e lunga percorrenza, settori nei quali la trazione alternativa rappresenterà la vera svolta dei prossimi anni. Una strategia condivisa e supportata dall’AD di PACCAR Financial Luca Patrignani.
“Nonostante il contesto economico complesso, PACCAR ha registrato risultati finanziari molto positivi: oltre 21,6 miliardi di dollari di vendite consolidate“, ha spiegato Dodoni ricordando anche gli investimenti in ricerca e sviluppo pari a circa 340 milioni di euro. Ha poi aggiunto: “PACCAR essendo un player globale, deve essere in grado di affrontare qualsiasi tipo di sfide. E grazie ai marchi DAF, Kenworth e Peterbilt, dovrà rispondere alle esigenze di tutti i mercati globali, dall’Europa alle Americhe, fino ad Africa e Asia“.

Risultati e nuove soluzioni
Nonostante un mercato in difficoltà, nel 2025 DAF ha comunque raggiunto numerosi traguardi, come l’apertura del 150esimo TRP Store, il 10.000° modello XB di nuova generazione prodotto presso lo stabilimento di Leyland nel Regno Unito e il superamento dei 300mila contratti di manutenzione.
Un punto chiave della strategia è la produzione di veicoli già allestiti, i cosiddetti “Ready to Go”, pensati per ridurre drasticamente i tempi di consegna. Sono disponibili allestimenti per cassoni, frigo, gru, compattatori e modelli bisarca – sia autocarri sia trattori – per meglio rispondere alle esigenze immediate dei trasportatori. “E infine stiamo spingendo molto sul veicolo elettrico, dove abbiamo iniziato a fornire già 40 veicoli elettrici per la città di Amsterdam”.
L’amministratore delegato ha sottolineato con orgoglio come DAF sia “al momento l’unico costruttore ad aver lanciato una gamma elettrica completa, dal medio-leggero al pesante”. Questa gamma è stata anche premiata per tre volte in cinque anni come “Truck of the Year”, un riconoscimento che – ha affermato – testimonia il valore della proposta tecnologica DAF.

La svolta elettrica
Per la direzione DAF non basta un veicolo elettrico a fare un mercato elettrico. Servono infrastrutture e “noi forniamo una gamma completa di stazioni di ricarica”. “Il veicolo elettrico va letto come un video, non come una fotografia: ciò che era cinque anni fa e ciò che sarà tra cinque anni sono due mondi completamente diversi”, sostiene Massimo Dodoni.
La convinzione è che nel prossimo futuro autonomia, capacità di carico e infrastrutture permetteranno all’elettrico di dominare anche nel trasporto internazionale. DAF ha ribadito che l’evoluzione non può fermarsi al veicolo. La transizione richiede tre elementi fondamentali: produzione energetica adeguata, distribuzione capillare e utilizzo efficiente. Il costruttore può intervenire sull’ultimo punto attraverso piattaforme digitali che offrono manutenzione predittiva, analisi delle performance e comunicazione avanzata tra veicolo, azienda e rete di assistenza.
Gli obiettivi futuri includono la piena integrazione con gli hub intermodali – nave, treno, aereo – e una progressiva connessione alle autostrade intelligenti.
Mercato europeo e italiano
I dati mostrano che in Europa la quota dei veicoli elettrici è destinata a salire fino a superare le 20mila unità nel 2027, pari al 7% del mercato. L’Italia, tuttavia, viaggia a un ritmo molto più lento. Utilizzando una metafora calcistica, l’AD spiega: “Non giochiamo né in Serie A né in Champions League. Siamo in promozione, perché il nostro Paese non offre supporto sufficiente alle aziende che vogliono investire nell’elettrico”.
Nonostante ciò, la domanda cresce perché molte imprese italiane operano in mercati esteri dove i requisiti ambientali sono già più stringenti. “Quindi – continua Dodoni – quello che io mi auguro è che ci sia una revisione di questo approccio sui veicoli elettrici, per non trovarci, come spesso capita in Italia, a non essere in grado di pianificare correttamente e di arrivare affannati e in rincorsa per recuperare il divario rispetto agli altri Paesi“.
Si prevede inoltre che, in Italia, la maggior parte dei veicoli elettrici sarà costituita da autocarri destinati alla distribuzione urbana, poiché le infrastrutture di ricarica si svilupperanno più rapidamente attorno alle città che lungo le tratte di lunga distanza.
Formare il cliente
Uno dei messaggi più insistenti dell’incontro è stato il ruolo della formazione. L’AD ha spiegato che vendere un veicolo elettrico non è sufficiente: “Dobbiamo spiegare al cliente come come si usa, quando ricaricarlo, cioè definire quella che è la strategia di utilizzo per dimostrare poi la differenza tra un motore endotermico e un motore elettrico. dobbiamo spiegargli perché il veicolo elettrico è vantaggioso rispetto al veicolo a combustione interna, e questo è assolutamente fondamentale”.
Oltre all’elettrico, è stato descritto il percorso che porterà allo sviluppo dell’idrogeno, sia tramite motori a combustione interna sia tramite celle a combustibile, con maturità di mercato prevista dal 2028 al 2030. Dodoni ha poi concluso: “Nel 2029 rientrerà in vigore l’Euro 7 che porterà a un cambiamento importante già nel 2028 con un aumento delle accise diesel e lo stop ai combustibili fossili entro il 2040 così come sostenuto da ACEA“.






