martedì, 15 Ottobre 2024
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Torino-Lione: presentato progetto definitivo

Il 31 gennaio è stato presentato presso il Consiglio Superiore dei lavori pubblici il progetto definitivo della sezione transfrontaliera della linea ferroviari ad alta capacità Torino-Lione.
Il progetto definitivo, approvato da Ltf (Lyon Turin Ferroviaire), la società responsabile dell’opera, è formato da un tunnel di base di circa 57 chilometri, di cui 45 chilometri in Francia e 12,5 chilometri in Italia costituiti da due gallerie indipendenti a singolo binario con rami di comunicazione ogni 333 metri che trasformeranno l’attuale tratta di valico in una linea di pianura riducendo la pendenza massima dal 33 per mille della linea storica al 12,5 per mille della nuova linea, e da una parte in superficie nella Piana di Susa per 2,6 chilometri e dalla connessione alla linea storica a Bussoleno per tre chilometri, di cui 2,1 in galleria. Complessivamente il collegamento ferroviario tra Torino e Lione ha una lunghezza di 269,8 chilometri, di cui il 70% in Francia e il 30% in Italia.

«Il governo – ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, in occasione del convegno di presentazione del progetto – ha affrontato e superato tanti problemi e ha reso possibile la messa in opera di un’infrastruttura strategica per il territorio, l’Italia e l’intera comunità europea. Nella Legge di Stabilità abbiamo stanziato quasi tre miliardi di euro, di cui i primi 840 milioni potranno essere spesi nel triennio 2013-2015 e altri 150 milioni all’anno nel periodo 2016-2029. Ho apprezzato – ha proseguito Passera – il modello seguito dall’Osservatorio, che ha ascoltato e valorizzato i contributi dei territori. Un modello che abbiamo ripreso anche dal punto di vista normativo, proponendo un disegno di legge che introduce, anche in Italia, la procedura di consultazione pubblica. La prosecuzione dei lavori della Torino-Lione, la realizzazione delle grandi opere che abbiamo sbloccato e finanziato per circa 40 miliardi di euro e l’accelerazione impressa alle procedure di diverse altre infrastrutture, con un importo di eguale portata, sono la dimostrazione che l’Italia può riscattarsi e recuperare il ritardo accumulato negli anni sul fronte infrastrutturale. È questa una delle eredità più importanti che lasciamo a chi ci succederà».

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