Le associazioni dell’autotrasporto iscritte all’Albo si risvegliano dopo tre anni di silenzio, accusando oggi il Governo di mettere in crisi il settore a causa dell’aumento del 200% dell’accisa sul carburante. Una denuncia tardiva – sottolinea Cinzia Franchini, presidente di Ruote Libere – dopo anni di inerzia e immobilismo da parte di chi avrebbe dovuto rappresentare concretamente gli autotrasportatori.
Il Ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, non ha introdotto in tre anni nessuna misura innovativa o strutturale per il comparto. Della tanto annunciata riforma dell’autotrasporto, più volte promessa come una svolta per la categoria, non si è saputo più nulla. Nel frattempo, le associazioni di rappresentanza hanno progressivamente rinunciato alla loro missione principale – tutelare i lavoratori e le imprese del trasporto – preferendo mantenere un silenzio complice, più impegnate in una “guerra tra bande” per i posti all’interno dell’Albo che nella difesa dei veri interessi della categoria. «Noi di Ruote Libere – dichiara l’associazione – abbiamo denunciato fin dall’inizio questa inerzia. Le organizzazioni di categoria dovrebbero difendere gli autotrasportatori, non sostenere i governi di turno. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: tre anni di stallo e nessun cambiamento reale».
Mentre l’economia evolve rapidamente e le esigenze delle imprese cambiano, il settore dell’autotrasporto resta fermo a regole di trent’anni fa, inadatte a rispondere alle sfide di oggi: transizione energetica, digitalizzazione, sostenibilità e concorrenza internazionale.
Gli imprenditori, lasciati soli, continuano a resistere con le proprie forze, senza strumenti adeguati e senza un vero interlocutore istituzionale.
Ruote Libere ribadisce il proprio impegno per
ridare voce, rappresentanza e dignità a chi ogni giorno tiene in movimento l’Italia, chiedendo un
vero tavolo di confronto che rimetta al centro le esigenze reali del settore e dei suoi protagonisti.