MAN ON THE ROAD è partito a il primo marzo 2021. La carovana dei 5 veicoli di Man Truck & Bus Italia attraverserà le strade italiane per far conoscere la New Truck Generation. Percorsi 1.880 km durante la prima settimana, oggi si sta per concludere la seconda, che aggiunge 2.250 km al percorso.
“La percezione da parte della maggior parte degli autisti che abbiamo incontrato – racconta Marco Mazzocco, responsabile dei driver MAN -, è di essere di fronte, non a un’iniziativa promozionale, ma a un supporto che MAN offre loro. Il momento del pranzo è sempre quello più apprezzato e quello che ci ha permesso di raccogliere le loro testimonianze, spesso più legate ai problemi che stanno affrontando nel loro lavoro sulla strada e sulle incerte prospettive future, che non ai nuovi veicoli, sebbene molti di loro abbiano chiesto la possibilità di salire a bordo per conoscerli meglio. Nella nostra roadmap abbiamo abbinato ai tragitti autostradali anche tanti chilometri di viabilità extraurbana con gli incontri in trattoria che, complice la pesante situazione pandemica, spesso ci costringono a consumare il pranzo da asporto in cabina o sul piazzale. Ma proprio per questo il contatto con i trasportatori è ancora più diretto e, in alcune occasioni, anche emotivamente molto toccante”.
Le testimonianze dei trasportatori
I nuovi MAN non sono passati inosservati. Così Francesco, 40 anni, di un paesino sulle colline piacentine, ha colto l’occasione per visionare per bene la cabina del TGS: “Ho da poco ordinato un MAN TGS 6×4 cava-cantiere con vasca, simile a questo almeno nell’allestimento della cabina, e mi fa piacere poter salire a bordo di quello che fra pochi giorni diventerà il mio nuovo compagno di lavoro. Non ho mai avuto dubbi su cosa scegliere, perché ritengo MAN imbattibile per affidabilità ed efficienza e, con i nuovi modelli, è stato fatto un ulteriore balzo in avanti sotto molti gli aspetti”. Chi invece è salito in cabina del TGX guardandolo come un sogno irrealizzabile è Agostino, 60 anni, siciliano. Il suo vecchio trattore di anni e chilometri ne ha tantissimi ma di cambiarlo non se ne parla: “Sono un padroncino e da sempre vado su e giù per l’Italia, dormo qualche ora in traghetto e poi sempre alla guida che non è così comoda come su questi camion moderni. Ma del resto questo so fare e di questo mi devo accontentare sperando di arrivare presto alla pensione. Per anni ho amato questo lavoro, ma oggi è sempre più difficile, riuscire a guadagnare poche centinaia di euro, è una lotta e poi il mio camion va guidato con gentilezza per evitare consumi elevati”. Qualche rimpianto ce l’ha invece Pino, 45 anni, ligure, perché il titolare della sua azienda, una grande flotta, non gli acquista i camion che vorrebbe: “Datemi la brochure che provo a portargliela e vediamo se magari cambia idea. Ma non insisterò troppo, perché rispetto a tanti miei colleghi mi considero un privilegiato: ho un lavoro sicuro e non devo diventare matto a trovare carichi e commesse. Certo viaggiare oggi è diventato più complesso, ci sono parecchi disagi in più, ma speriamo che tutto finisca presto”. Gli fa eco Francesco, 55 anni, romagnolo, dipendente di una piccola azienda con una decina di camion: “Dovrei convincere il mio capo, ci proverò perché questi nuovi MAN mi piacciono proprio, ma purtroppo non sono io a decidere. Certo che adesso che mangiamo sempre in cabina con i pacchetti da asporto, degli interni così belli mi metterebbero quasi in soggezione!” In chiusura la testimonianza di Erasmo, ristoratore ligure con il locale proprio in riva al mare: “I camionisti per me sono stati una vera scoperta: prima lavoravo solo di sera con ristorante e musica dal vivo per serate romantiche e divertenti. Poi è arrivato il Covid e mi sono adeguato: se era impossibile aprire la sera, mi sono reinventato il servizio a mezzogiorno con ristorante o piatti da asporto a seconda del ‘colore’ della Liguria e una nuova tipologia di clientela. Il parcheggio è grande e sono arrivati i camionisti: una vera sorpresa! Ho scoperto un mondo ricco di umanità e di simpatia, non solo una soluzione per sbarcare il lunario in questo momento difficile. Credo che terrò aperto a mezzogiorno anche dopo la fine della pandemia, perché mi sono fatto degli amici e scoperto una realtà che mai avrei immaginato!”
Gli eroi del trasporto
“Risalendo verso Nord il traffico si è un po’ intensificato e ci sono state maggiori possibilità di incontro – sottolinea Marco Mazzocco -. I maggiori disagi li abbiamo riscontrati sulla rete ordinaria, perché in autostrada gli autogrill forniscono comunque un servizio che le trattorie e i bar non sempre riescono a garantire, così spesso gli autisti neppure si fermano. Il denominatore comune che più mi ha colpito è la dignità e l’impegno con cui la categoria sta affrontando questo difficile periodo: ci raccontano delle complessità di organizzare il lavoro anche da un giorno con l’altro per i continui cambiamenti nelle regole di viaggio, ma anche i dubbi sulla continuità del proprio lavoro in futuro. Tutto è però affrontato con uno spirito di sacrificio davvero encomiabile, mai con rassegnazione. Il timore della vigilia era di essere considerati inopportuni, un po’ degli intrusi, invece siamo stati accolti ovunque come dei compagni di viaggio e degli amici, un’esperienza umana davvero intensa. Un bel messaggio di speranza”.