venerdì, 19 Aprile 2024
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UNRAE: SERVE LIQUIDITÀ

Nel primo appuntamento pubblico del 2020 di UNRAE, nonché il primo in formato digitale, Michele Crisci, presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE, n.d.r.), ha subito sottolineato come sia indispensabile mettere in atto un sistema di aiuti alle imprese del comparto che, di fatto, si ritrovano in sofferenza di liquidità dal momento che devono sostenere uscite certe a fronte di entrate quasi azzerate.

Si tratta di una esigenza immediata, che va attuata sin da subito, dal momento che nella migliore delle ipotesi le fabbriche e le attività industriali potranno riprendere a regime a maggio. Nella peggiore delle ipotesi a settembre. È evidente, dunque che un tale lasso temporale non è sostenibile, neanche per colossi mondiali come i Costruttori di veicoli.

 

Lo scenario attuale

Partendo dal presupposto che il 2020 era cominciato con una sensibile sofferenza del comparto automotive, in particolare per il settore auto, lo scoppio dell’epidemia e le successive azioni di contenimento hanno completamente fermato l’industria della mobilità. Non solo per il fermo delle attività produttive, ma anche per l’impossibilità di acquistare nuovi veicoli da parte della clientela.

Tra tutti il settore dei veicoli industriali è quello che sta risentendo meno, seppur con percentuali drammatiche. Questo proprio grazie alla strategicità della categoria, soprattutto in un momento come questo che, almeno in questo contesto, ritrova la propria identità e ruolo nella società moderna.

Veniamo però ai numeri delle immatricolazioni, con particolare riguardo al mondo dei veicoli industriali che, nel primo bimestre del 2020 (pre-emergenza, n.d.r.), aveva registrato una flessione dello 0,3%, pertanto un mercato abbastanza stabile, con 3873 pezzi venduti. Passando al mese di marzo, invece, il panorama è completamente diverso con una perdita di circa il 50% delle immatricolazioni rispetto al marzo 2018 (1077 contro 2161). Come detto, però, il segmento veicoli industriali ha risentito un po’ meno lo stop delle attività rispetto, per esempio, alle auto che perdono oltre l’85 per cento delle immatricolazioni. Magra consolazione.

 

Gli scenari futuri

Il ruolo dell’UNRAE è quello di analizzare il mercato e, di conseguenza, anticipare o cercare di correggere trend e tendenze. Cosa alquanto difficile in questo contesto, dove ci ritroviamo di fronte ad una situazione mai vista e assolutamente ingovernabile.

Ad ogni modo, gli analisti dell’associazione hanno delineato due scenari differenti, uno peggiore e uno migliore. Nel primo caso è prevista la riapertura delle fabbriche non prima di fine agosto, mentre nella migliore delle ipotesi si riparte a fine maggio. Guardando a queste due possibili sviluppi dell’emergenza, secondo gli esperti, per il settore “truck” si avrà un arretramento tra il 20 e il 30 per cento rispetto all’anno scorso.

Pur trattandosi di percentuali pesantissime per l’industria di riferimento, va detto che tutto sommato, considerando uno stop dai tre ai sei mesi, si tratta di una situazione che può essere sostenuta se supportata dalle dovute azioni di governo a sostegno del settore.

Le proposte

Alla luce di quanto sopra, e sottolineando l’importanza del trasporto merci soprattutto in una situazione come questa, l’UNRAE ha messo a punto alcune proposte per preparare il rilancio del settore non appena il lockdown sarà liberato.

Come anticipato, una delle principali criticità del settore sarà senz’altro l’imminente crisi di liquidità in assenza di fatturato per un periodo così lungo. Questo potrebbe portare al rischio sopravvivenza per il 10 o 20 per cento degli operatori con un inevitabile impatto occupazionale che potrebbe essere devastante (150.000 operatori su 1.400 dealer, per tutto il settore automotive).

Occorre, dunque, intervenire immediatamente con misure di sostegno finanziario per proteggere la liquidità dei concessionari ed evitare il crollo dell’intero sistema.

Per UNRAE la direzione da prendere è quella del sostegno della domanda di provati e società in modo da immettere il maggior numero di ordini possibili alla ripartenza. Una strategia che può essere condivisibile o meno dato che, ancora una volta, si andrebbe verso scelte non strutturali. Forse, però si tratta di interventi che possono essere messi in atto con maggiore velocità e quindi far sì che se ne risentano subito gli effetti.

In estrema sintesi questi sono le azioni che saranno richieste al Governo da parte dei costruttori esteri per il settore veicoli industriali: proroga di sei mesi per il superammortamento e, per i veicoli destinati al trasporto merci delle categorie N e O, innalzamento al 150% dell’agevolazione. Inoltre, sarà richiesto un fondo straordinario per il rinnovo del parco veicolare oltre le 3,5 tonnellate di 450 milioni di euro in tre anni, destinato all’acquisto di mezzi Euro VI o con alimentazioni alternative.

Difficile dire se tali misure siano sufficienti o meno. Di sicuro daranno un impulso ad un mercato in ripartenza ma è necessario pensare sin d’ora al medio lungo periodo per dare la nostro comparto la dignità che si merita e che, anche in questa situazione, si è decisamente meritata.

Luca Barassi
Luca Barassi
Direttore editoriale e responsabile
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