venerdì, 18 Aprile 2025
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Le critiche sulla manovra di bilancio: “Penalizzante per il settore automotive”

La proposta di Legge di Bilancio per il 2025 ha sollevato una dura critica da parte del settore automobilistico italiano, con un taglio di oltre 4,6 miliardi di euro alle risorse destinate al fondo automotive.

Secondo Massimo Artusi, presidente di Federauto, questi tagli “penalizzano gravemente” l’intera filiera, eliminando misure di supporto per la riconversione del parco autoveicoli e dei mezzi commerciali. La Legge di Bilancio, spiega Artusi, non solo manca di incentivi per il rilancio, ma elimina fondi chiave senza prevedere alternative per sostenere le imprese e le famiglie che vorrebbero investire in nuovi veicoli.

Critiche principali e le richieste del settore

La riduzione degli incentivi arriva in un momento in cui il settore è già sotto pressione per soddisfare gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, che richiedono una trasformazione rapida e onerosa verso tecnologie più sostenibili.

Massimo Artusi

Artusi sottolinea che, con queste modifiche, il Governo sta “rinunciando a una politica di rilancio” per il comparto. La richiesta del settore è chiara: è necessario riformare la fiscalità sugli autoveicoli, abbassando il carico fiscale e facilitando così le famiglie e le imprese nell’acquisto di veicoli meno inquinanti.

Anche l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA) ha espresso il proprio disappunto per i tagli, che rendono “insufficienti le risorse per il sostegno alla riconversione” e rischiano di compromettere la competitività del settore, che conta oltre 270.000 addetti e genera un fatturato superiore ai 100 miliardi di euro. Il taglio contraddice gli sforzi che il Governo sta portando avanti in Europa per alleggerire la pressione normativa sul comparto, vanificando il lavoro del Tavolo Sviluppo Automotive.

Posizione condivisa anche da UNRAE, secondo la quale “il massiccio abbattimento delle risorse destinate all’automotive nel 2022, minaccia gravemente gli sforzi finora profusi per raggiungere gli obiettivi e i target ambientali fissati a livello europeo. Questa scelta rischia di avere come unica conseguenza quella di arrestare immediatamente il processo di transizione verde, già in forte ritardo – in Italia – rispetto ad altri mercati e ad altri Paesi produttori concorrenti, e di bloccare definitivamente il rinnovo di un parco circolante sempre più vetusto, insicuro ed inquinante”.

Le associazioni denunciano una “decisione incoerente”, che rischia di compromettere non solo il settore, ma anche il percorso di transizione energetica in Italia. Per il settore, la decurtazione è un ostacolo nella trasformazione verde richiesta dal Green Deal europeo, arrivando in un momento in cui la filiera soffre già una crisi industriale e una contrazione del mercato europeo.

L’obiettivo delle associazioni è di far ridurre questi tagli nel passaggio parlamentare della manovra. In caso contrario, questo ridimensionamento delle risorse “segnerà una profonda frattura” tra il settore automotive e il Governo, compromettendo una collaborazione fin qui costruttiva e rallentando il percorso verso una mobilità più sostenibile e competitiva a livello europeo. A questo punto non resta che attendere.

Redazione
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