venerdì, 19 Aprile 2024
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Corridoio I:Sud Italia escluso?

La Commissione Europea, nei giorni scorsi, nell'analisi del progetto di bilancio comunitario per il 2020 presentato lo scorso 29 giugno, ha proposto di cancellare il vecchio “Corridoio 1” Berlino-Palermo, per sostituirlo con un nuovo “Corridoio 5” Helsinki-La Valletta.

Il documento elaborato dalla Commissione, tuttavia, non si limita solo a modificare i capolinea del corridoio, spostandoli rispettivamente più a Nord (Berlino-Helsinki) e più a Sud (da Palermo a Malta), ma modifica l'asse di “scorrimento” del traffico di merci e passeggeri di uno dei tragitti più importanti d’Europa, che non si muoverebbe più secondo la direttrice nord-sud, ma che a Napoli interromperebbe il suo percorso naturale per deviare verso Bari da dove, attraverso una nuova “autostrada del mare” tutta da inventare, si collegherebbe al porto di La Valletta, a Malta.

Il Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha scritto quindi una lunga lettera al Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, chiedendo un incontro urgente sia al Presidente della Commissione europea che a tutti i rappresentanti istituzionali che – in questa fase – hanno la possibilità di esprimere un parere utile a modificare questa scelta: dal rappresentante italiano, Antonio Tajani, al commissario dei trasporti Siim Kallas; dal commissario alle relazioni esterne Catherine Ashton, al responsabile delle politiche di vicinato, Stefan Fule, fino al commissario per le politiche regionali Johannes Hahn.

Lombardo non si oppone alla proposta della Commissione, ma vuole che essa sia considerata solo come aggiuntiva all'attuale impostazione del sistema dei trasporti nell'Italia meridionale.

La nuova formulazione del Corridoio, secondo Lombardo, é illogica dal punto di vista geografico ed economico,e viola i principi di coesione territoriale, sociale ed economica, su cui si fonda proprio il Trattato dell'Unione europea.

Inoltre, continua Lombardo, la proposta contrasta in maniera stridente con il regolamento comunitario 913/2010, che disciplina il traffico merci. Il Regolamento infatti, tenendo già conto delle adesioni nord europee, ha tracciato per le merci un “corridoio 4” che corre da Stoccolma fino a Palermo.

Ora c’è tempo fino al 21 settembre, quando la Commissione dovrà “ufficializzare” la sua proposta, per far sì che essa sia modificata ancor prima che inizi il processo di co-decisione, che coinvolge il Parlamento europeo, il Comitato delle Regioni, il Comitato economico e sociale e, infine, il Consiglio dei ministri europei.

Tuttavia la decisione sul percorso del Corridoio non è solo di rilevanza europea, essa ha un immediato risvolto a livello nazionale e tali ripercussioni sono, sottolinea il Presidente della Regione Siciliana, assai gravi e riguardano il piano nazionale dei trasporti.

Senza un collegamento di primo livello– sostiene Lombardo – nessuna infrastruttura progettata a sud di Napoli avrebbe più un “fondamento” economico: dall'asse autostradale a quello dell'alta velocità, “passando per il ponte sullo Stretto, per finire alla rete di porti ed aeroporti di Calabria e Sicilia”.

Tutte queste opere – da quelle già realizzate a quelle appaltate o solo progettate – diverrebbero “antieconomiche” per definizione: uno scenario antitetico rispetto la programmazione nazionale, che prevede di dotare il mezzogiorno di un livello adeguato di infrastrutture.

“Si vanificherebbero investimenti già fatti per miliardi di euro: dalle opere previste dalla legge obiettivo, all'appalto per la progettazione e la realizzazione del ponte sullo stretto”.

Per scongiurare tutto ciò Lombardo ha deciso di sollecitare l'intervento del governo nazionale, attraverso il Presidente del Consiglio dei ministri e chiederà che la Sicilia, sulla base delle leggi attuative della modifica costituzionale del 2001, possa partecipare a tutte le fasi di formazione del parere che il governo italiano dovrà esprimere sulla proposta della Commissione.

Nella polemica che è immediatamente divampata in Sicilia, si è inserito il Vice Presidente nazionale di TRANSFRIGOROUTE ITALIA ASSOTIR, Giuseppe BULLA, che, con un comunicato stampa ed un lungo articolo sul quotidiano LA SICILIA ha espresso il parere dei trasportatori siciliani aderenti all’Associazione:

“Apprezziamo la reazione politica all’allarme creato dalla Commissione Europea in merito al rischio serissimo dell’annullamento del corridoio Berlino/Palermo, passando da Catania, con tutte le conseguenze ben note, con l’auspicio che l’asse Sicilia/Calabria possa dare i suoi frutti, anche se gli eventi verificatisi negli anni ci inducono ad una valutazione certamente non ottimistica.

Infatti saremmo grati conoscere le azioni, le attività avviate dai ns. parlamentari quando l’A.D. delle Ferrovie dello Stato – Moretti – illustrava il piano ed il programma sugli interventi nei vari territori nazionali, con la quasi totale esclusione della Sicilia.

La querelle “ponte si e ponte no”, che ci ha reso da tempo famosi in tutto il mondo e che si trascina da molti anni, ha o non ha determinato una pur decisione negativa da parte della Commissione Europea?

Nei progetti Fs fino al 2015 del ponte non se ne parla; basta leggere il piano industriale che modifica sostanzialmente l’attività del trasferimento delle merci così come quello passeggeri.

Si bruciano anni di aspettative in tutti i settori operativi. Disillusioni delle più svariate ipotesi di crescita e, la cosa peggiore, in fumo i sogni delle nuove generazioni.

Urgono interventi forti, sul piano ferroviario e viario, nella ns. regione; perché, in caso contrario, il ragionamento della Commissione Europea non farebbe una grinza.

Qualche anno addietro un autorevole personaggio illustrava la realizzazione di un progetto che poneva in atto l’alternanza alla Fs per il recupero del trasporto ferroviario, oggi riversatosi sulla gomma.

Ciò poteva avvenire anche attraverso l’intervento della Regione Sicilia, ipotizzando il coinvolgimento di un vettore straniero. Il programma esiste ancora o si è arenato?

Le strade siciliane sono nel caos più totale specie in estate; dobbiamo tutelare il turismo in quanto sarebbe deleterio non farlo; ma necessita dare le giuste alternative al comparto dell’autotrasporto.

Esistono studi di fattibilità nel settore marittimo, senza riscontro alcuno da parte politica e men che mai dagli armatori, che da soli non sono in grado di operare nonostante il massiccio flusso veicolare da e per la Sicilia.

Sono diverse le centinaia di veicoli industriali che attraversano quotidianamente lo Stretto di Messina, con tutte le lungaggini legate ai tempi, e la Sicilia, dopo aver perso la “zona franca”, perché non porge l’aiuto a chi vuole realmente realizzare nuovi collegamenti?

Diventiamo sempre di più l’ultima ruota del carro, in tutti i sensi; la politica riuscirà a recuperare il tempo perduto? Quien sabe!”

Da Tranfrigoroute Italia Assotir

Luca Barassi
Luca Barassi
Direttore editoriale e responsabile.
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