venerdì, 29 Marzo 2024
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Aumento pedaggi autostradali

Il nuovo anno porta con sé i “soliti” rincari autostradali: Da ieri sono infatti scattati gli aumenti dei pedaggi autostradali. L’aumento medio per l’intera rete autostradale sarà dell’1,32%, ma ad alcuni concessionari è stato riconosciuto un adeguamento fino all’1,5%.
Inevitabili, dunque, le reazioni da parte delle associazioni di categoria degli autotrasportatori. A far sentire la propria voce per prima è CNA-Fita, che ha diramato il seguente comunicato:

Al Ministero dei Trasporti le riforme non sono gradite e hanno il sapore della restaurazione di vecchie logiche. Sulle concessioni autostradali il Ministro Lupi mostra tutta la sua incapacità, o ancora peggio la non volontà, nello sciogliere uno dei nodi più antipatici che sta strangolando la mobilità in Italia. CNA-Fita denuncia, da tre anni a questa parte, come le nostre autostrade godano, ogni anno, di aumenti intollerabili per il trasporto professionale in conto terzi che così viene messo fuori mercato e vessato senza alternative di sorta. “Lupi ci aveva promesso un triennio senza aumenti – ha dichiarato Cinzia Franchini presidente nazionale dell’associazione degli autotrasportatori artigiani – e ora scopriamo che si prepara a concedere incrementi dell’1,5%, percentuale che rimane molto al di sopra dell’inflazione, ferma allo 0,20. Come se tutto questo non bastasse, si trasforma la Bre.Be.Mi., l’autostrada di soli capitali privati, in un’impresa a carico delle casse dello Stato che, con lo stanziamento degli ultimi 300 e passa milioni inseriti nella Legge di Stabilità, porta la sua esposizione a favore dell’opera a oltre 1,8 miliardi di euro e con un’ Autorità dei Trasporti a cui hanno preventivamente “messo il bavaglio”, completamente impossibilitata ad intervenire su questi temi. Non parliamo poi – ha proseguito la presidente della CNA-Fita – del rinvio concesso per sistemare e concedere i rinnovi delle concessioni senza nuove gare. Tutto ciò senza che i concessionari garantiscano al Paese e agli operatori professionali, come grandi utenti, alcunché in un momento in cui si chiedono agli artigiani e ai veri imprenditori sacrifici enormi. “Al Mit si fa la voce grossa con i deboli e si china pavidamente lo sguardo quando si incrocia quello dei cosiddetti potenti – ha concluso la Franchini”. CNA-Fita ha fatto molte proposte e per il 2015 alzerà il livello di denuncia nella convinzione che su questi nodi la Politica debba veramente cambiare verso.

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