Si è svolta ieri presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma l’Assemblea Generale ALIS, appuntamento cardine per il mondo della logistica, dell’intermodalità e dei trasporti. Un’edizione particolarmente densa di contenuti, caratterizzata dalla relazione del Presidente Guido Grimaldi e arricchita dalle analisi delle istituzioni presenti, tra cui il Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani e i vertici del cluster logistico-portuale, nonché da un videomessaggio della Premier Giorgia Meloni che ha sottolineato l’importanza dell’esistenza di una organizzazione come quella di ALIS, utile per lo sviluppo del settore in senso sostenibile.
ASSEMBLEA GENERALE ALIS 2025 – Focus su logistica, ETS, competitività e geopolitica: la relazione di Grimaldi guida il confronto
Il quadro di apertura: logistica come asset strategico nazionale
Nella sua relazione introduttiva, Grimaldi ricolloca ALIS nel suo ruolo di piattaforma nazionale per imprese, istituzioni e stakeholder. L’associazione rappresenta oggi 2.450 soci, 476.000 lavoratori e 150 miliardi di euro di fatturato aggregato: un ecosistema industriale che incide direttamente sulla competitività del Paese. Dietro ai numeri — ricorda — ci sono investimenti, cultura imprenditoriale, capitale umano e una visione condivisa di sviluppo sostenibile.
Al centro, tre pilastri: intermodalità, sostenibilità tecnologica e maggiore integrazione tra infrastrutture. “L’intera filiera logistica non si limita a muovere merci e passeggeri: muove il Paese”, afferma Grimaldi, sottolineando come le nuove rotte, in particolare verso la Turchia, stiano aprendo opportunità di crescita e riduzione dei costi logistici.
ETS: il nodo competitivo che rischia di frenare l’intermodalità
Uno dei temi più ricorrenti nei vari interventi — e anticipato con forza da Grimaldi — riguarda l’impatto distorsivo dell’ETS europeo sul trasporto marittimo. Il Presidente ALIS denuncia un rischio concreto: la tassazione, applicata solo alle rotte intra-UE, rende meno competitivo il trasporto marittimo rispetto alla gomma, generando un pericoloso back-shift modale che potrebbe riportare “centinaia di camion al giorno” sulle strade.
Le simulazioni del Centro Studi ALIS mostrano che l’intermodalità ha garantito nel 2025:
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5,6 milioni di camion tolti dalle strade
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135 milioni di tonnellate trasferite su mare e ferro
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5 milioni di tonnellate di CO₂ risparmiate
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6,5 miliardi di euro di benefici economici per le famiglie
Numeri che rischiano ora di essere compromessi da un’impostazione regolatoria giudicata “ideologica e discriminatoria”.
La posizione di Salvini: “Fermare, non diluire, il Green Deal”
Nel suo intervento, il Ministro Salvini insiste con forza sulla necessità di sospendere l’ETS marittimo e rivedere l’impianto del Green Deal europeo, definito “suicidio assistito dell’economia”.
Salvini annuncia che al prossimo Consiglio Trasporti chiederà alla Commissione una revisione profonda, ricordando che nel 2024 l’ETS ha generato 2,5 miliardi di euro di entrate, di cui solo 70 milioni tornati al settore dei trasporti: una sproporzione che mette in difficoltà le imprese marittime italiane ed europee.
La sua posizione converge con quella di Grimaldi e degli operatori presenti alla tavola rotonda, che chiedono un principio semplice: “ciò che viene dal mare, torni al mare”.
Geopolitica, rotte globali e sicurezza: Tajani delinea il quadro internazionale
Il Vicepremier Antonio Tajani porta sul palco la dimensione geopolitica, indispensabile per comprendere le nuove condizioni del commercio internazionale.
Tre i passaggi chiave del suo intervento stimolato dalle domande di Bruno Vespa. Nuovi mercati strategici: L’Italia punta a espandere il proprio export nei Paesi del Golfo, India, Vietnam, Corea del Sud, Canada, Messico e Africa, per raggiungere l’obiettivo dei 700 miliardi di export. Dazi USA e scenari di mercato: L’accordo UE-USA sul 15% viene definito “meno peggio del 100%”, ma resta una minaccia alla competitività di acciaio, vino e altri settori legati alla logistica e alla manifattura. Sicurezza marittima come leva economica: Tajani ricorda il ruolo decisivo della Marina Militare, citando la protezione di oltre 1.000 cargo nel Mar Rosso attraverso la missione Aspides, elemento determinante per garantire continuità delle supply chain.
La sua analisi converge con quella di Grimaldi: senza sicurezza marittima non esiste export, e senza export l’Italia perderebbe quasi il 40% del proprio PIL.
Infrastrutture, portualità e digitalizzazione: il piano operativo del MIT
L’altra grande direttrice emersa in assemblea riguarda la modernizzazione delle infrastrutture e della governance del sistema portuale italiano. Ed è il Ministro Salvini che nel suo discorso conferma: 6,2 miliardi di euro per 328 cantieri nelle 16 Autorità Portuali, riforma della governance dei porti entro Natale, investimenti strategici su Genova (diga foranea e retroporto di Alessandria), terzo valico, nuove linee AV e digitalizzazione e oltre 236 miliardi di cantieri aperti a livello nazionale.
Digitalis: la nuova infrastruttura immateriale
Grimaldi inserisce, poi, la digitalizzazione tra le priorità strategiche. Il progetto Digitalis, risultato tra i più meritevoli del bando LogIN Business, punta a creare una piattaforma unica per integrare dati e processi della supply chain italiana. Un progetto più volte ripreso durante la giornata anche dal Direttore Generale di ALIS, Marcello Di Caterina.
Tavola rotonda: la competitività della filiera marittima e industriale
Il confronto tra rappresentanti del cluster marittimo, energetico e industriale ha evidenziato un punto comune: non esiste competitività senza sostenibilità tecnologica.
Durante il dibattito, si è ribadito che il Green Deal può funzionare solo se accompagnato da tecnologie mature e accessibili (biocarburanti, cold ironing, rinnovabili, efficienza energetica, CCS); che i porti e terminal devono diventare hub energetici; che il settore ha già investito oltre 5 miliardi in navi di nuova generazione, carburanti alternativi e innovazione e che l’ETS non sostiene alcun investimento, ma sottrae risorse vitali alle imprese.
Il mondo industriale ha richiamato anche un concetto chiave: competitività di filiera, dalla produzione alla logistica, soprattutto per settori export-driven come ceramica, agroalimentare e automotive, dove è fondamentale anche il capitale umano, tema sul quale l’Italia soffre di una carenza strutturale di lavoratori: oggi mancano 60.000 lavoratori del settore logistico in Italia e oltre 1 milione in Europa.
In conclusione possiamo dire che l’Assemblea Generale ALIS 2025 restituisce un quadro chiaro: la logistica è il vero moltiplicatore della competitività nazionale. Le sfide e gli impegni principali sono definiti: nella revisione ETS e regolazione europea, nella sicurezza marittima e stabilità geopolitica, sulla digitalizzazione e interoperabilità sul potenziamento delle infrastrutture, sul capitale umano e sulla formazione, insistendo sulla centralità del Mediterraneo e, allo stesso tempo, cercando nuovi mercati globali per l’export italiano.
E solo una politica industriale basata su intermodalità, innovazione e sostenibilità tecnologica può garantire all’Italia un ruolo centrale nelle nuove rotte globali.





