La direttiva apporta alcune modifiche alla disciplina della formazione professionale dei conducenti e di alcune norme in tema di patenti di guida.
In concomitanza con la sua entrata in vigore, la FIAP ha rilanciato due proposte, giĆ avanzate nel 2013 a ridosso del primo rinnovo della CQC che, in quel momento, non vennero prese in considerazione ma che oggi potrebbero essere rispolverate e adottate con indubbi vantaggi per tutti.
āLa prima proposta riguarda il sistema a punti applicato alla CQC ā spiega Silvio Faggi, Segretario Nazionale FIAP. ā A chi frequenta un corso di rinnovo della carta di qualificazione, della durata di 35 ore, andrebbe a nostro avviso ripristinata la dotazione di 20 punti iniziale, nel caso in cui il punteggio effettivo al momento del termine del corso sia inferiore. I programmi didattici per i corsi per il recupero dei punti e quello per il rinnovo della CQC sono molto simili ed insistono sulle stesse tematiche. Quindi, una evidente perdita di risorse e tempo per un conducente che si ritrova a frequentare corsi i cui contenuti sono ripetitivi.ā
Dāaltra parte, la direttiva 2018/645 ha introdotto tale principio laddove invita gli Stati nel predisporre i programmi per il rilascio della CQC tenendo conto delle ore di frequenza in corsi obbligatori previsti da ulteriori norme comunitarie come nel caso dei Certificati di Formazione Professionale per il trasporto merci pericolose, ovvero per i corsi per il trasporto di animali vivi, e quantāaltro.
āSe poi si osserva che alcuni Stati aderenti alla U.E. non impongono alcuna formazione obbligatoria per il rilascio della CQC appare di tutta evidenza la necessitĆ di affrontare il tema con grande attenzione e ragionevolezza.ā
La seconda proposta verteva sulla necessitĆ di razionalizzare il concetto di formazione per il rinnovo della carta di qualificazione attraverso un percorso formativo continuo a cadenza annuale.
āLāidea nasceva ā aggiunge il Segretario della Federazione – dal fatto che imporre a un conducente al termine dei 5 anni di validitĆ della sua CQC a frequentare un corso di 35 ore da tenersi in due mesi con orari e modalitĆ rigide era ed ĆØ tuttāora un obbligo che poco o nulla ha da spartire con lāesigenza di aggiornare e consolidare le conoscenze di base necessarie per svolgere la professione. Un onere mal sopportato dai conducenti ma anche dagli stessi formatori e che, fra lāaltro, ha dato luogo anche ad abusi. Una formazione siffatta non solo non raggiunge gli scopi per i quali ĆØ stata prevista ma rischia di essere addirittura contro producente. La proposta che allora avanzammo e che oggi riproponiamo ĆØ quella di esaurire le 35 ore di formazione necessarie per il rinnovo della CQC spalmandole su cinque anni con moduli di 7 ore allāanno. Stesso obiettivo, minor impatto.ā
Un corso di 7 ore allāanno non genera problemi per nessuno, nĆ© per lāazienda che puĆ² gestire una rotazione corta fra i propri dipendenti nĆ© per i conducenti che a differenza di ora che si vedono costretti a prendere una settimana di ferie o a giocarsi 5 sabati consecutivi del proprio tempo, potrebbero partecipare senza affanno alle attivitĆ formative di aggiornamento.
āLa proposta ā conclude Faggi – a nostro avviso ha anche il pregio di consentire un aggiornamento continuo sulle nuove disposizioni in materia di circolazione e norme di comportamento cosa non altrettanto efficace e tempestiva se si ĆØ obbligati a frequentare un corso dopo 5 anni rispetto al precedente.”
Lāauspicio della FIAP ĆØ che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a differenza del passato, le tenga nella giusta considerazione, soprattutto in termini di āsemplificazioneā. Ne gioverebbero le aziende, i conducenti e la qualitĆ stessa del percorso formativo.