Venerdì Stellantis N.V. ha comunicato una stima delle consegne consolidate per il terzo trimestre 2025 pari a 1,3 milioni di unità, segnando una crescita del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nord America: traino della ripresa
Il risultato più significativo arriva dal Nord America, dove le consegne sono aumentate di circa 104 mila unità rispetto al 2024 (+35%). Questo balzo è stato favorito dal ritorno a una normale dinamica delle scorte e dall’introduzione di modelli come il Ram 1500 con motore HEMI® V-8, che hanno contribuito al recupero dopo le strategie di produzione ridotta attuate lo scorso anno.
Europa allargata: nuovo slancio con le city-car, calo dei van

Nel continente europeo (comprendendo anche l’area allargata), le consegne hanno registrato un incremento di circa 38 mila unità (+8%). La crescita è stata determinata principalmente dall’avvio della produzione di quattro nuovi modelli su piattaforma “Smart Car” segmento B: Citroën C3, Citroën C3 Aircross, Opel Frontera e Fiat Grande Panda. Questi lanci hanno compensato il calo delle consegne di veicoli commerciali leggeri (LCV) e le minori performance in alcuni nostri Paesi chiave.
Medio Oriente, Africa e Sud America: trend variegati
Negli altri mercati, Stellantis ha incrementato le consegne di 10 mila unità (+3%). Il Medio Oriente e l’Africa brillano (+21%, +16 mila unità), grazie alla crescita della produzione locale di FIAT, in particolare in Algeria, e ai risultati positivi in Turchia ed Egitto. In Sud America, invece, si registra un calo del 3% (-7 mila unità), effetto di una base di confronto eccezionalmente alta nel terzo trimestre 2024, quando la società aveva recuperato volumi post-alluvione in Brasile.
Prospettive
Le consegne consolidate comprendono esclusivamente i veicoli nuovi fatturati a terzi, ovvero concessionari, importatori o clienti finali. Questi dati, ancora soggetti a revisione, rappresentano il segnale concreto di una ripresa globale trainata dagli USA e dai recenti investimenti su piattaforme di nuova generazione in Europa, mentre la performance nei mercati emergenti resta eterogenea





